Violenza donne:Non una di meno, piano lotta e rivendicazione

Roma – “Non ci fermeremo. Contro la violenza maschile sulle donne noi abbiamo un Piano!”. Con questa consapevolezza e determinazione le donne di tutta Italia si preparano a scendere in piazza il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) a Roma per la manifestazione nazionale, organizzata dal movimento femminista Non Una Di Meno. “Quest’anno ci riverseremo per le strade della Capitale racconta all’AGI Tatiana Montella, avvocato che si occupa dei diritti delle donne e tra le fondatrici di Non Una Di Meno con un obiettivo importante raggiunto: un Piano strategico su come agire per arginare il dilagante fenomeno della violenza contro le donne. Gli ultimi 12 mesi sono stati molto intensi, il 25 novembre sara’ la nostra seconda manifestazione nazionale, speriamo ci sia la stessa partecipazione del 2016”.
Il ‘Piano femminista contro la violenza maschile sulle donne e tutte le forme di violenze di genere’ e’ un documento politico e strategico messo a punto da Non Una Di Meno e su cui, nel corso dell’anno, hanno lavorato decine di assemblee cittadine, cinque assemblee nazionali e nove tavoli tematici. Sara’ presentato martedi’, 21 novembre, in contemporanea a Milano e Roma, rispettivamente alla Casa delle donne in via Marsala e alla Casa internazionale delle Donne di via della Lungara. I luoghi scelti non sono casuali, ma un modo per rimarcare l’importanza degli spazi femministi in un momento in cui “l’esistenza della Casa delle donne di Roma e’ messa a rischio dallo sfratto ricevuto da parte del Comune”, si legge nel comunicato di presentazione dell’evento.

 

-“E’ stato un lavoro di scrittura collettiva spiega all’AGI Carlotta Cossutta, rappresentante del collettivo milanese Ambrosia che fa parte di Non Una di Meno e tra coloro che hanno partecipato alla stesura del Piano dove ci siamo confrontate, abbiamo litigato e siamo poi giunte a delle decisioni condivise. Il Piano non e’ altro che una sintesi organica di un lavoro fatto separatamente in tutta Italia dai vari tavoli di lavoro. Se dovessimo cercare un filo conduttore continua Carlotta Cossutta direi che e’ quello di permettere alle donne di decidere autonomamente della propria vita”. Nei giorni scorsi sono state pubblicate sulle pagine web e social di Non Una di Meno delle pillole grafiche che sintetizzano gli obiettivi principali del Piano in 12 concetti: l’educazione a una pluralita’ potenzialmente infinita di differenze; nessun obbligo di denuncia nei pronto soccorsi senza il consenso delle donne; reddito di autodeterminazione alle donne che decidono di uscire dalla violenza; la nostra metodologia: approccio femminista e relazione tra donne, attenzione ai bisogni materiali e all’indipendenza economica; garantire anonimato, non tracciabilita’ e riservatezza ai percorsi delle donne; Ru486 (steroide sintetico utilizzato come farmaco per l’aborto chimico nei primi due mesi di gravidanza) senza ricovero, somministrata fino a 63 giorni anche nei consultori; abolizione delle sanzioni per le donne che ricorrono all’aborto autodeterminato; mutualismo e solidarieta’ contro ricatti, ritorsioni e molestie sul lavoro; salario minimo europeo per contrastare i bassi salari; diritto di asilo e permesso di soggiorno a tutti e tutte; politiche per la maternita’ e la genitorialita’ condivisa; piu’ fondi ai centri antiviolenza, la violenza non fa sconti a nessuno; i centri antiviolenza sono spazi di donne, laici, femministi e autonomi.

 

 

“Il Piano sottolinea una nota diffusa dal movimento e’ uno strumento di lotta e di rivendicazione, un documento di proposta e di azione che porteremo in piazza a Roma il 25 novembre. Un documento politico femminista che considera la violenza maschile e di genere come fenomeno strutturale e sistemico, che non puo’ essere affrontato aumentando le pene dei reati o con approcci emergenziali, ma partendo dall’esperienza dei centri antiviolenza e del movimento femminista. Per contrastare la violenza maschile e di genere nella sua complessita’, non vogliamo piu’ polizia nelle strade e nemmeno assistenza, ma autonomia, liberta’ e giustizia sociale. Combattere la violenza maschile e di genere significa mettere in discussione la cultura e i rapporti sociali che la sostengono. Non abbiamo bisogno di tutori o guardiani, non siamo vittime e non ce la siamo cercata. Lottiamo per un cambiamento strutturale, a partire dalla scuola, dal lavoro, dalla salute, dall’amministrazione della giustizia e dai media, pretendiamo il rispetto dei nostri percorsi di liberta’ e autodeterminazione e della nostra indipendenza. Per questo reclamiamo i mezzi e le risorse per autodeterminarci e scegliere sulle nostre vite”. “Non ci fermeremo continua la nota di fronte agli stupri e ai femminicidi quotidiani. Non ci fermeremo fino a quando non otterremo la liberta’ dalla violenza sessista che viviamo nei posti di lavoro, dalle molestie, dalle discriminazioni e dagli abusi di potere, ma anche quella quotidiana dello sfruttamento e della precarieta’. Non ci fermeremo finche’ non saremo libere dalla violenza che viviamo quando i tagli di bilancio programmati dai governi nazionali ed europei impoveriscono le nostre vite e attaccano i centri antiviolenza e la loro autonomia. Non ci fermeremo finche’ non saremo libere dalla violenza sui social media e dei giornali, che ci colpevolizzano o vittimizzano silenziandoci. La forza di migliaia di donne, trans e queer unite che si riconoscono nel #Metoo, Anche Io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme”. Da domani e fino al 26 novembre, giorno in cui e’ stata convocata l’assemblea nazionale di Non Una Di Meno che si svolgera’ nella facolta’ di Psicologia de La Sapienza di Roma, una serie di eventi e di iniziative si terranno in tutta Italia, da Milano a Palermo, per accendere i riflettori sui soprusi che ogni giorno le donne di tutto il mondo sono costrette a subire.