‘Ndrangheta: giovani industriali R.Calabria, serve salto qualita’

Reggio Calabria – I giovani imprenditori lanciano l’S.O.S sulla situazione dell’ordine pubblico nel territorio reggino dove da mesi si registra una vera e propria escalation di attentati, intimidazioni, danneggiamenti e atti di violenza nei confronti di imprese e attivita’ commerciali. “Uno scenario – fanno rilevare i giovani di Confindustria – che desta forte preoccupazione e incertezza anche alla luce di analoghi inquietanti episodi che hanno visto bersaglio persino associazioni giovanili e semplici cittadini”. Le questioni della legalita’ e della sicurezza sono state al centro dell’ultimo direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori, presieduto da Samuele Furfaro. Nel corso dell’incontro, a cui hanno preso parte il presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana, e l’imprenditore Giuseppe Lombardo, le cui aziende nelle scorse settimane sono state bersaglio di intimidazioni, la componente giovanile dell’associazione industriale ha annunciato la volonta’ di avviare alcune iniziative pubbliche “per ribadire lo stato di emergenza in cui versa il territorio, sollecitare la risposta delle istituzioni e rilanciare l’impegno del tessuto produttivo locale sul fronte del contrasto alla criminalita’ organizzata. Iniziative in linea con l’indirizzo di Confindustria Reggio Calabria – spiegano – fortemente voluto dal presidente, Giuseppe Nucera, che ha gia’ fatto registrare la decisione della stessa associazione di costituirsi parte civile nei procedimenti penali di mafia che coinvolgono le imprese reggine associate e l’avvio della collaborazione con l’associazione antimafia “Libera”.
I giovani imprenditori reggini hanno anche deciso all’unanimita’ di sottoscrivere a breve il “Registro di cittadinanza consapevole”, istituito dalla Prefettura e dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria “a testimonianza del fattivo impegno dell’imprenditoria locale contro ogni logica o interesse ‘ndranghetistico”. La decisione e’ stata comunicata con una lettera aperta indirizzata al ministro dell’Interno, Marco Minniti, “con l’obiettivo – spiegano i giovani industriali – di chiedere un incontro per discutere del tema legalita’ e dell’emergenza sicurezza nel territorio reggino e avviare un confronto operativo sulle possibili iniziative e interventi da attuare gia’ nel breve periodo”.

 

“Piuttosto che dibattere su come lanciare un nuovo prodotto o come aggredire nuovi mercati, – si legge fra le altre cose nella missiva inviata al ministro Minniti – siamo costretti a doverci fermare continuamente per denunciare contro ignoti, fare la conta dei danni e capire come agire alla prossima intimidazione. Crediamo che anche a fronte dello straordinario lavoro condotto in questi anni da forze dell’ordine e magistratura, serva un ulteriore e deciso salto di qualita’ nell’azione di contrasto alla ‘ndrangheta che lo Stato deve mettere in campo”.
I giovani imprenditori reggini chiedono “un’azione radicale che consenta alla societa’ civile di riappropriarsi del proprio territorio, di sottrarlo al controllo della criminalita’ organizzata, in altre parole un’attivita’ di “crackdown” nei confronti della malavita e del malaffare. Noi giovani imprenditori di Reggio Calabria – continuano – abbiamo idee, progetti e proposte. Siamo fermamente convinti che il primo intervento sia di carattere educativo e culturale. Non a caso con cadenza settimanale ci rechiamo nelle scuole per parlare di legalita’, etica e meritocrazia e a breve, inoltre, saremo tra i firmatari del protocollo antindrangheta. Ma, a nostro avviso, e’ necessario definire uno strumento normativo che punti a colpire nell’immediato le dinamiche criminali con azioni e interventi mirati, misure a sostegno di enti, imprese e cittadini e un rafforzamento del controllo del territorio, specie delle aree piu’ periferiche”.
I giovani industriali concludono affermando che “tanti giovani stanno lasciando questo territorio per cercare lavoro e fortuna altrove. Amiamo infinitamente la nostra terra, siamo certi che la legalita’ debba trionfare, ma non accetteremo mai – dicono – che tutto cio’ resti solo un sogno”.