Agroalimentare: Oliverio (Pd), avanti sulla strada della qualita’

Cosenza – “I prodotti agroalimentari di qualita’ Dop, Igp, Stg, sono in netta crescita per produzione e nel gradimento dei consumatori. Su questa strada noi dobbiamo andare avanti”. Lo ha affermato l’on Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera, nel suo intervento al Forum calabrese di Coldiretti, in corso oggi ad Amantea.
“Secondo l’Istat – ha aggiunto Oliverio – rispetto al 2015 il numero di produttori delle DOP, IGP e STG e’ aumentato del 4,4%, grazie al consistente aumento rilevato nel mezzogiorno nel 2016 (+12%) e nel centro (+2,5%). E’ cresciuto anche il numero dei trasformatori (+4,6%), soprattutto nel Mezzogiorno (+16,2%) e in misura piu’ lieve nel nord (+0,3%). Gli allevamenti, 40.557 strutture, crescono del 3,2% e la superficie investita, 197.525 ettari, del 16%; gli incrementi maggiori si registrano nel Mezzogiorno, con un +8,8% di allevamenti e +32,7% di superficie”. Secondo l’on. Oliverio “l’Italia si conferma il primo Paese per numero di riconoscimenti DOP, IGP e STG conferiti dall’Unione europea. Mentre i settori con il maggior numero di riconoscimenti sono: ortofrutticoli e cereali (110 prodotti), formaggi (52), oli extravergine di oliva (45) e preparazioni di carni (41)”. Quello che e’ emerso dai dati Istat e’ che “oltre tre quarti dei produttori (76,3%) sono attivi in aree montane e collinari, il restante 23,7% in pianura. I dati Istat confortano perche’ dimostrano che la strada intrapresa negli ultimi anni e’ quella giusta: ci si e’ mossi perche’ l’eccellenza del Made in Italy potesse essere valorizzata al meglio, introducendo l’etichettatura di origine per alcuni prodotti significativi quali il latte, il riso e la pasta, rilanciando il settore zootecnico con l’introduzione nell’ultima legge di bilancio di un Fondo per la produzione zootecnica estensiva nelle aree montane, dotato di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020. E’ necessario ora fare una battaglia per sostenere il reddito degli agricoltori, conducendo una guerra contro la vendita sotto costo ad opera della GDO, un male quest’ultimo per tutto il comparto agroalimentare italiano”.