‘Ndrangheta: estorsione a familiari pentito, 3 arresti

Roma – I finanzieri del Comando provinciale di Bologna e dello Scico (Servizio centrale investigazione criminalita’ organizzata) di Roma stanno eseguendo, in Emilia Romagna, Lazio e Calabria, una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pregiudicati ritenuti affiliati alla ‘ndrina dei Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria), responsabili di un episodio di estorsione ai danni dei familiari di un collaboratore di giustizia in provincia di Ravenna. Contemporaneamente all’esecuzione del provvedimento sono in corso numerose perquisizioni.
L’operazione, denominata “Scramble”, trae origine dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Nicola Femia (condannato per associazione mafiosa a seguito della storica sentenza emessa dal Tribunale di Bologna il 22 febbraio 2017 che lo ha ritenuto capo e promotore di un’associazione di stampo mafioso operante nel settore del gioco illegale) che aveva riferito alcuni episodi di estorsione da alcuni calabresi attivi sul territorio emiliano-romagnolo e riconducibili alla ‘ndrina dei Bellocco di Rosarno (RC) , riconosciuta come una delle consorterie criminali piu’ antiche, pericolose e potenti della ‘Ndrangheta reggina. In carcere, su richiesta della Dda di Bologna e su ordinanza del Gip Gianluca Petragnani Gelosi, sono finiti F.B., classe 1983 residente a Siderno (RC), C.F., residente a Siderno ma domiciliato in Anzio (RM) e L.C., classe 1967 residente in Massa Lombarda (RA).
La vicenda risale al gennaio 2011, quando l’attuale collaboratore di giustizia riceveva le prime richieste estorsive collegate alla gestione di una sala scommesse da lui diretta a Roma. Successivamente, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, nonostante il Femia fosse ristretto in regime carcerario, anche a seguito del suo arresto intervenuto con l’operazione “Black Monkey” del G.I.C.O. di Bologna, le richieste di denaro, per un ammontare di 250mila euro, sono riprese nei confronti dei suoi figli, residenti in provincia di Ravenna, fino ad arrivare al 05/2018 novembre del 2016 quando le minacce rivolte nei confronti di costoro, direttamente presso le loro abitazioni in Conselice (RA), non li convinsero a pagare in tre soluzioni 50mila euro. L’indagine si e’ avvalsa delle telecamere di sorveglianza installate presso il municipio del comune ravennate: come scrive il GIP nell’ordinanza, “ha permesso di riscostruire e riscontrare analiticamente la vicenda estorsiva che ha visto coinvolti a Conselice (RA), da un lato, come parti offese, i figli del noto boss Nicola Femia e dall’altro, nella veste di autori del delitto estorsivo, gli odierni indagati, inseriti o gravitanti nell’orbita della ‘ndrina “Bellocco”, comunque avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal gruppo criminale di stampo ‘ndranghetista.” Contestualmente all’esecuzione del provvedimento cautelare sono state eseguite perquisizioni a Conselice e Massa Lombarda in Provincia di Ravenna, Siderno, Rosarno e Palmi in Provincia di Reggio Calabria e ad Anzio in Provincia di Roma.