Inquinamento:Cosenza;”abbiamo visite”,indagati eludevano verifica

Cosenza – “Potete preparare un attimo l’impianto? Perche’ ci sono visite”. Al telefono c’e’ il direttore dell’impianto di depurazione consortile di contrada Coda di Volpe, a Rende (Cosenza), sequestrato questa mattina perche’ i liquami finivano nel fiume Crati senza alcun trattamento. Il riferimento e’ ad una verifica sul funzionamento degli impianti. Dall’altra parte risponde un operaio: “Ok, va bene”. La Procura di Cosenza ha sottolineato come, quando i militari o i tecnici dell’Arpacal (l’agenzia regionale per l’ambiente) andavano sul luogo per effettuare dei controlli, l’impianto risultava sempre in regola. Ma, negli altri giorni, sul fiume si notava sempre una strana schiuma bianca.
Secondo l’accusa, gli operai, su impulso della dirigenza dell’impianto, aprivano i bypass che fanno scaricare i liquami direttamente nel fiume. Per motivi, evidentemente, legati a questioni economiche della gestione. Nelle intercettazioni (i Carabinieri forestali hanno registrato circa 10.000 telefonate) si rileva come gli stessi operai fossero coscienti dell’inquinamento che provocavano. Parlando di una paratia, si sente “la lasciamo in servizio? Perdiamo i fanghi, vanno nel fiume, l’ira di Dio”. In un’altra telefonata qualcuno dice: “e’ impressionante, sta andando tutto nel fiume”. Infine, un uomo con accento napoletano rivela, parlando dei controlli dei Carabinieri, che “io il giro te lo faccio pure fare, ma ti porto dove dico io, ti spiego quello che dico io”. E un’altra voce risponde: “…e certo, ci mancherebbe”.