Scuola: Marziale, trasferimento dirigenti destabilizzante

Reggio Calabria  – “Non si possono trasferire sei dirigenti scolastici nel bel mezzo dell’anno scolastico. Se cio’ e’ perfettamente legale, e’ altresi’ destabilizzante per gli alunni, per i docenti, per il personale amministrativo, per i genitori e per i dirigenti stessi”. E’ la presa di posizione del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, che spiega: “Lisa Eloise a capo dell’istituto comprensivo di Fagnano Castello, Maria Rosaria D’Alfonso al vertice del liceo scientifico di Trebisacce, Anna Maria De Luca dirigente preside dell’istituto comprensivo di Falerna, Maria Cristina Rippa dell’Istituto comprensivo di Longobucco, Lucia Scuteri in servizio presso l’Istituto comprensivo di Badolato ed Elisabetta Zaccone, dirigente all’istituto superiore Enzo Ferrari di Chiaravalle Centrale, sono tornate rispettivamente in Lombardia, le prime due, nel Lazio, in Emilia Romagna e in Basilicata le ultime due. Queste persone – continua il Garante – sono in evidente difficolta’ di organizzazione, di gestione dello stipendio, di questioni familiari, che se programmati per l’anno in divenire possono essere pianificati, ma se imposte da sentenze a meta’ dell’anno diventano difficilmente affrontabili”.
“La questione – spiega Marziale – nasce da una lettura rigorosa da parte della Corte dei Conti di Catanzaro della norma che, per i dirigenti scolastici assunti a seguito del concorso del 2011, stabilisce una permanenza di almeno sei anni nella sede di prima assunzione. Un requisito che i sei dirigenti scolastici costretti ad un trasferimento rocambolesco non avevano. Allora c’e’ da chiedersi perche’, senza questo requisito, l’amministrazione li abbia trasferiti. Certo e’ che non possono pagare un prezzo cosi’ alto, con il coinvolgimento di tutto il corpo scolastico”.
Il Garante, infine, si appella al ministero “affinche’ i sei dirigenti concludano l’anno scolastico in corso nelle sedi dove stanno operando, ricordando, qualora fosse necessario – conclude Marziale – che le norme sono fatte per i bisogni dell’uomo e non viceversa”.