Slovacchia: ‘ndrangheta, nel 2007 il massacro di Duisburg

Catanzaro  – L’omicidio del giornalista Jan Kuciak ha riacceso i riflettori sulla ‘ndrangheta, la potente mafia calabrese cresciuta in silenzio, secondo gli inquirenti, grazie ai colpi assestati dallo Stato a Cosa Nostra dopo la stagione delle stragi, occupando gli spazi lasciati liberi dai siciliani negli affari con le organizzazioni criminali straniere. Il delitto che le autorita’ slovacche attribuiscono ad un gruppo di calabresi richiama alla mente, per il suo clamore, la strage di Duisburg, la cittadina della Germania occidentale in cui la notte tra il 14 e il 15 agosto del 2007 furono uccise sei persone.
Sotto i colpi di mitraglietta sparati da un commando morirono Tommaso Venturi, 18 anni; Francesco e Marco Pergola, di 22 e 20 anni; Francesco Giorgi, 17 anni; Marco Marmo, 25 anni, e Sebastiano Strangio, 39 anni. Furono trucidati davanti al ristorante-pizzeria ‘Da Bruno’ di proprieta’ della famiglia Strangio, originaria di San Luca, il paese della Locride che ha dato i natali allo scrittore Corrado Alvaro, noto per per la lunga faida che ne ha insanguinato le strade. Protagonisti della guerra i clan degli Strangio-Nirta e quello dei Pelle-Vottari-Romeo. Le vittime di Duisburg erano appena uscite dal ristorante dopo aver cenato per festeggiare i diciotto anni di Tommaso Venturi. I sicari entrarono in azione poco dopo le due del mattino. Le vittime furono sorprese a bordo delle due auto su cui erano salite, una Golf e un furgoncino Opel. Piu’ di settanta i colpi sparati, compreso il colpo di grazia alla testa esploso a ognuna delle vittime. La mafia calabrese, fino ad allora considerata un’organizzazione di secondo livello rispetto a quella siciliana, manifesto’ la sua presenza nel cuore dell’Europa, sebbene gia’ da anni avesse consolidato i suoi interessi nel settore degli investimenti immobiliari nelle capitali del vecchio continente e gestisse i suoi traffici illeciti, come quello delle droghe pesanti, grazie alle alleanze consolidate con i cartelli sudamericani. L’eccidio fu inquadrato nella faida di San Luca che insanguinava il paese aspromontano gia’ da 16 anni.