Elezioni: Nucera, a sinistra manca analisi seria del voto

Reggio Calabria  – Il capogruppo in Consiglio regionale di “La Sinistra”, Giovanni Nucera, interviene, con un comunicato, sull’esito delle elezioni del 4 marzo.
“Mi sarei aspettato – sottolinea Giovanni Nucera – da parte di chi ha formato le liste un “mea culpa” per le scelleratezze delle scelte e reali dimissioni da qualsiasi organismo. Leggo invece sui giornali una analisi del voto fatta da dirigenti nazionali tutta improntata a scaricare sugli altri colpe che sono anche loro. Il disastroso risultato della sinistra – sottolinea ancora Nucera – in quest’ultima tornata elettorale non puo’ essere analizzato con i soliti strumenti triti e ritriti usati da chi questo risultato lo ha prodotto e cerca, con una logica minoritaria, di addossarlo agli altri. Il risultato strabiliante del No al referendum costituzionale del 4 Dicembre ci aveva detto chiaramente che era finita la totale dipendenza dell’elettorato dai potentati politici e che la gente aveva voglia di partecipare e di contare. Un grande desiderio di democrazia, arrivato dal popolo – evidenzia Giovanni Nucera – che faceva ben sperare in una concreta possibilita’ di riportare la politica al centro della vita delle persone. Una sinistra attenta avrebbe dovuto cogliere questa novita’, per convogliarla immediatamente verso percorsi politici tesi alla costruzione di nuovi progetti e nuove forme di partecipazione. Una attenta analisi dei bisogni per costruire la sinistra del nuovo secolo avrebbe dovuto essere il tema di incontri e dibattiti a tutti i livelli, veri e propri laboratori includenti e che partivano dal basso. Un ritorno ad una cultura politica fondata sul lavoro concreto per eliminare il disagio economico,contro la sua precarieta’ per la riduzione dell’orario, per salari e pensioni dignitosi per una sanita’ ,una scuola e una universita’ pubbliche di qualita’ e accessibili a tutti .I tradizionali temi della sinistra riletti alla luce di una attualita’ che tende a distruggere anche il gia’ conquistato in tema di diritti”.
“Invece inspiegabilmente a quel risultato – rileva Nucera – sono seguite una serie di comportamenti che, invece di cavalcarne l’onda positiva, hanno frenato la voglia di partecipazione che dai territori veniva espressa, con gruppi dirigenti che si sono impantanati per oltre un anno, in una sterile discussione pro o contro PD. Impreparati quindi alla competizione elettorale, stretti dai loro stessi errori ma decisi ad autogarantirsi nel momento della formazione delle liste, hanno violentato i territori eliminando scientificamente dalle candidature tutti coloro che di quei territori erano espressione e imponendo le plurime candidature, con alcuni esempi stupefacenti di chi si e’ imposto in ben 5 collegi, interpretando quindi nel miglior modo possibile quanto di peggiore tale legge metteva a loro disposizione per questo fine. Quello che e’ apparso agli occhi dei piu’ e’ stata l’immagine di una sinistra a parole ma che nei fatti ripercorreva le logiche devastanti della salvaguardia del proprio posto.

“Non mi convince il tentativo di scaricare su due compagni seri – prosegue Giovanni Nucera – la colpa del fallimento che sta tutto dentro ad una mentalita’ minoritaria ed autoreferenziale di un ristretto gruppo dirigente che cerca di salvarsi da un fallimento da loro stessi prodotto. Esempi positivi sono stati invece il presidente D’Alema che coerentemente si e’ candidato in un solo collegio e Bersani che ha dimostrato responsabilita’ e sobrieta’ di comportamenti politici tesi al bene comune e non gia’ al proprio tornaconto. Ovviamente questa logica padronale ha fatto si che molti iscritti, prima delle elezioni denunciassero pubblicamente tali comportamenti , uscendone fuori dagli stessi partiti. Chi come me ha messo personalmente la propria immagine nella difficile battaglia referendaria, e che quindi ha combattuto Renzi ,non puo’ che riconoscergli oggi un onesta’ intellettuale che altri non hanno dimostrato. Si e’ dimesso, ed e’ la seconda volta che lo fa e da incarichi ben piu’ importanti.
Per il resto abbiamo notato solo falsi giochi. Ci vuole ben altro per ripartire. La politica non puo’ essere riservata alle logiche dei piccoli gruppetti che decidono (a livello nazionale) le sorti del popolo. Si deve lavorare per una svolta culturale profonda, ripartendo dai territori, con una logica del far politica senza ipocrisie e logiche inciuciste, proponendo nei punti programmatici cio’ di cui la gente ha bisogno. Solo fuori da logiche di scontro tra fazioni – conclude Giovanni Nucera – solo oltre la logica dei quattro amici e amiche da garantire, la sinistra potra’ riprendere a farsi ascoltare”.