Ndrangheta: fra arrestati un condannato per morte Nicholas Green

Vibo Valentia – C’e’ uno dei condannati per l’omicidio del piccolo Nicholas Green, il bimbo americano di 7 anni ucciso per errore, nel settembre del 1994, sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, fra le persone arrestate oggi nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri sulla faida di Mileto, nel Vibonese. Si tratta di Francesco Mesiano, 45 anni, da qualche anno ritornato in liberta’ dopo aver scontato 20 anni per l’omicidio del bambino, vittima di un tentativo di rapina da parte dei malviventi, che assaltarono la sua vettura convinti che fosse quella di un gioielliere. Le indagini sfociate negli arresti di stamane avrebbero fatto emergere le dinamiche dei fatti ed i responsabili di quanto accaduto nell’estate del 2013, quando il territorio di Mileto e’ stato interessato da due cruenti fatti di sangue, l’omicidio di Giuseppe Mesiano, avvenuto il 17 luglio 2013, e quello di Angelo Antonio Corigliano avvenuto il 19 agosto 2013.
I contrasti fra le famiglie Corigliano e Mesiano sarebbero iniziati per la mancata fornitura del pane, prodotto dal panificio dei Mesiano, ad un supermercato della famiglia Corigliano. Da qui prima l’incendio del portone di casa di Giuseppe Corigliano a Mileto, la risposta con l’omicidio di Giuseppe Mesiano il 17 luglio 2013 e quindi la vendetta con l’omicidio di Angelo Antonio Corigliano. Quest’ultimo omicidio sarebbe stato deciso nel corso di un summit presieduto da Pasquale Pititto, ritenuto il capo della criminalita’ organizzata di Mileto.

Francesco Mesiano, di 45 anni, aveva finito di scontare la pena per l’omicidio Green da qualche anno. Stamane e’ tornato in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia “Miletos” con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, commesso a Mileto il 20 agosto del 2013 in risposta all’omicidio del padre, Giuseppe Mesiano, ucciso il 17 luglio 2013.Mesiano era finito in carcere nel 1994 con l’accusa di essere stato l’autista dell’auto che il 29 settembre 1994 assalto’ sull’autostrada, nel tratto vibonese, la Y10 guidata da Reginald Green, cittadino americano in vacanza con la famiglia. L’auto dei Green venne scambiata da Francesco Mesiano e Michele Iannello, pure lui di Mileto, per quella di un gioielliere. Nell’inseguimento, Michele Iannello, per indurre l’auto dei Green a fermarsi esplose un colpo di pistola che colpi’ mortalmente alla testa il piccolo Nicolas, di soli 7 anni che si trovava sul sedile posteriore insieme alla sorellina Eleonor. Il padre Reginald e la madre Margaret decisero di donare gli organi del figlio permettendo di salvare altre vite. Un gesto che commosse il mondo, contribuendo ad accrescere in Italia la cultura delle donazioni degli organi. Michele Iannello inizio’ a collaborare con la giustizia accusandosi di alcuni omicidi di ‘ndrangheta. Ma non ammise mai di aver sparato al piccolo Nicholas, accusando molti anni dopo il fratello di essere autore dell’omicidio di Nicholas.

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