Ricettavano orologi di lusso, 6 arresti tra Napoli e Puglia

Brindisi  – Riciclavano e ricettavano orologi contraffatti di prestigiosi brand internazionali come Rolex ed Omega e li rivendevano in tutta Italia e in diversi Stati europei: con questa accusa sei persone sono state arrestate nelle province di Brindisi, Taranto e Napoli e altri 9 soggetti sono stati segnalati all’autorita’ giudiziaria. Le misure sono state eseguite dagli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brindisi, su disposizione del Gip locale.
L’ordinanza cautelare si fonda un’indagine svolta dalle Fiamme Gialle con il coordinamento della Procura della Repubblica di Brindisi che ha permesso di smantellare la banda.

All’alba di stamane, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, coordinati dalla locale Procura, hanno eseguito, nell’ambito dell’operazione denominata Frankenstein, un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Brindisi, nei confronti di 6 persone residenti nelle province di Brindisi, Taranto e Napoli. Le indagini, riferibili ad ipotesi di riciclaggio di orologi di prestigiosi brand internazionali, hanno svelato un complesso sistema di contraffazione e ricettazione di beni preziosi che venivano, successivamente, commercializzati in tutta Italia ed anche in Germania, Olanda e Belgio. In particolare gli accertamenti delle Fiamme Gialle nelle provincie di Brindisi, Taranto, Bari, Napoli, Roma e Bologna, hanno consentito di smascherare un’attivita’ illecita finalizzata all’alterazione – mediante assemblaggio e sostituzione – di pezzi non autentici con movimenti e parti originali di costosissimi orologi e di sequestrare orologi “Rolex” ed “Omega” nonche’ casse, meccanismi, lancette, corone, card/garanzie, custodie e scatole, il tutto della medesima casa elvetica. Gli orologi, cosi’ assemblati, venivano corredati dai certificati di proprieta’ ed altri accessori tutti “contraffatti”, di ottima fattura, difficilmente riconoscibili. L’alterazione degli orologi e’ stata altresi’ confermata dai periti delle case produttrici.
Successivamente, e’ stato acclarato che i preziosi, venivano, poi, rivenduti da una oreficeria della provincia brindisina ad ignari clienti o ad altre aziende che, a loro volta, li immettevano sul mercato.
Gli accertamenti, tuttora in corso, hanno permesso di segnalare altre 9 persone che, a vario titolo, hanno agevolato l’illecita condotta. Le indagini sono ora finalizzate a quantificare il complessivo “volume d’affari”, identificare i numerosi acquirenti, nonche’ individuare ulteriori corresponsabili.