P.a.: Avviso Pubblico, 537 atti intimidatori nel 2017; 70% al Sud

Roma – Nel 2017 Avviso Pubblico ha censito 537 atti intimidatori di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali. Uno ogni 16 ore. E’ quanto si legge nel rapporto ‘Amministratori sotto tiro’ 2017, curato da Avviso Pubblico e presentato oggi a Roma nella sede della Fnsi. Dal 2011, anno della prima edizione del rapporto in cui furono censiti 212 casi, gli atti intimidatori sono aumentati del 153%. Il fenomeno lo scorso anno ha coinvolto per la prima volta tutte le 20 regioni italiane, 78 Province e 314 Comuni – il 6% in piu’ nel confronto con il 2016. Esaminando i casi censiti, spiega Avviso Pubblico, si e’ potuto constatare che resta immutato, rispetto al 2016, il profilo tipo dell’amministratore sotto tiro: ricopre la carica di sindaco di un Comune medio – piccolo del Sud Italia, con una popolazione fino a 50mila abitanti, a cui ignoti bruciano nottetempo l’auto parcheggiata in una via pubblica situata nei pressi dell’abitazione o nel cortile di casa. Il 13% delle intimidazioni e’ stato rivolto nei confronti di donne, minacciate con le stesse metodologie utilizzate per gli uomini. Il 69% degli atti intimidatori si concentra nel Sud e nelle Isole. La Campania e’ la regione piu’ colpita con 86 casi censiti, un preoccupante +34% rispetto al 2016. A seguire la Sicilia – ai vertici di questa triste classifica nel 2014 e nel 2015 – con 79 casi censiti. Il terzo posto vede appaiate la Calabria, prima regione per intimidazioni nel 2016, e la Puglia, che fa segnare nel 2017 una recrudescenza del fenomeno, con 70 casi registrati. Quinto posto per la Sardegna, con 48 intimidazioni censite. Al sesto posto la Lombardia, con 28 casi, e’ la prima Regione del Centro – Nord, davanti a Lazio (24 casi), Piemonte (21 casi), Emilia-Romagna (20 casi) e Veneto (19 casi). A parte il Lazio, dove il dato e’ sostanzialmente stabile, in tutte le altre regioni citate si e’ registrato un sensibile aumento dei casi. A livello provinciale, nel 2017 i territori piu’ colpiti sono stati le province di Napoli (34 casi) e Avellino (22 casi), seguite da Reggio Calabria, Siracusa e Cosenza (18 casi ognuna), Roma e Foggia (17 casi), Milano e Bari (16 casi ognuna). Il 72% dei 537 casi censiti sono avvenuti in Comuni medio-piccoli, con un numero di abitanti inferiore ai 50 mila.

Nel dettaglio il 31,5% e’ avvenuto in Comuni fino a 10 mila abitanti, il 41% in Comuni da 10 a 50 mila abitanti. Il restante 28% sono Comuni medio-grandi, superiori a 50 mila abitanti. Sono 49 – il 16% del totale – i Comuni che, in un passato piu’ o meno recente, sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa, in cui nel 2017 sono stati censiti atti di intimidazione e di minaccia verso amministratori locali. Un dato che induce a pensare ad un possibile collegamento con una matrice mafiosa. In generale, le minacce di stampo mafioso si caratterizzano per le modalita’ e i mezzi con le quali si estrinsecano: l’incendio, l’invio di proiettili, alcuni tipi di lettere minatorie, l’utilizzo di ordigni ed esplosivi, il recapitare parti di animali presso l’abitazione dell’amministratore o nei pressi dei palazzi municipali. Il mese di marzo e’ stato nel 2017 quello in cui si e’ riscontrato il maggior numero di intimidazioni: ben 57 casi. Contrariamente agli anni precedenti, quando e’ sempre stato maggio il mese in cui si e’ registrato un sensibile aumento delle minacce, soprattutto nei confronti di candidati alle Elezioni amministrative, nel 2017 il periodo estivo e’ quello in cui la media delle minacce mensili si alza in modo significativo. Circa il 40% delle intimidazioni, infatti, si e’ concentrato tra i mesi di giugno e settembre, con una media di 56 minacce nei mesi di luglio e agosto, contro una media annuale inferiore a 45 intimidazioni al mese.

P.a.: Avviso pubblico, 61% atti intimidatori contro sindaci
Tra i soggetti maggiormente presi di mira da minacce e intimidazioni dirette nel 2017 si confermano gli amministratori locali (65% dei casi). Tra questi, in particolare i sindaci (61%), seguiti dai consiglieri comunali (20%), assessori (10%) e Vicesindaci (6%). E’ quanto si legge nel rapporto ‘Amministratori sotto tiro’ 2017, curato da Avviso pubblico e presentato oggi a Roma nella sede della Fnsi. Il documento precisa che in un numero limitato di situazioni (3%) a finire nel mirino sono stati presidenti del Consiglio comunale o di commissioni insieme a consiglieri municipali. Altri soggetti bersagliati dalle intimidazioni dirette sono il personale della Pubblica amministrazione – 21% dei casi – gli ex amministratori (6,5%), gli amministratori regionali (4%) e candidati alle Elezioni amministrative (4%). Il 76% delle intimidazioni censite nel 2017 sono state di tipo diretto (+4% rispetto al 2016), vale a dire che amministratori locali e personale della Pubblica amministrazione sono stati minacciati direttamente come persone. Nel 24% dei casi le minacce sono state di tipo indiretto. Questo significa che sono stati colpiti municipi, uffici e strutture di proprieta’ comunale o sono state distrutte e danneggiate strutture e mezzi adibiti al ciclo dei rifiuti, a servizi sanitari, idrici, elettrici e del trasporto pubblico. Rispetto al 2016, lo scorso anno sono aumentate in percentuale le minacce e le aggressioni nei confronti del personale della Pubblica amministrazione (+3%), confermando un trend gia’ riscontrato negli anni precedenti.

P.a.: Avviso pubblico, 1 minaccia su 4 non viene da mafie
Avviso Pubblico sta registrando un aumento costante degli atti intimidatori in cui non sono le mafie o altre organizzazioni criminali a colpire, quanto singoli cittadini o gruppi di essi, che sfogano il proprio disagio e, in alcuni casi, i propri istinti piu’ bassi, verso il politico e il dipendente pubblico fisicamente piu’ raggiungibile. E’ quanto si legge nel rapporto ‘Amministratori sotto tiro’ 2017, curato da Avviso Pubblico e presentato oggi a Roma nella sede della Fnsi. Fra queste minacce/intimidazioni non criminali – 146 in totale nel 2017, 1 caso su 4 – un terzo trae origine dal malcontento suscitato da una decisione amministrativa sgradita, un altro 23% e’ riferibile ad un vero e proprio disagio sociale, come la richiesta di un sussidio economico o di un posto di lavoro. L’11%, si legge infine nel documento, “si riferisce invece a casi di violenza politica, in un periodo storico in cui in Italia alcuni estremismi dal sapore antico sono tornati a farsi sentire su alcuni territori del Paese”.

 

P.a.: Cafiero de Raho,minacciati sindaci che non accontentano mafia
“Nei luoghi controllati dalle organizzazioni di tipo mafioso si ha un maggior condizionamento, i danneggiamenti e gli incendi sono stati quasi 600: io credo che essendo oggi i sindaci molto fermi rispetto alle esigenze della collettivita’, dal momento che non rispondono alle richieste delle mafie, finiscono per essere essi stessi oggetto di forme di intimidazione”. Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, in occasione della presentazione a Roma del rapporto ‘Amministratori sotto tiro’, a cura di Avviso Pubblico. “Lo Stato deve essere fermo, forte, deve essere presente sui territori dove cio’ avviene”, ha sottolineato Cafiero de Raho, spiegando che “e’ il settore degli appalti quello in cui il sindaco non risponde alle pressioni mafiose e viene minacciato”. Per quanto riguarda Roma, ha poi detto il magistrato, “la mafia esiste, non c’e’ dubbio. Da sempre ci sono state presenze di questo tipo, ce lo dice la storia giudiziaria”. Insomma, ha concluso, “vi e’ una esigenza di proteggere la nostra democrazia, bisogna intervenire con fermezza e rigore. Il legislatore ha previsto pene severe verso chi esercita minaccia anche nei confronti dei corpi amministrativi”.