Diga Esaro: Greco, “sbloccare opera ferma da 35 anni”

Catanzaro – “La questione della diga sull’Esaro realizzazione della si trascina, tra riprese e interruzioni dei lavori, ormai da oltre trentacinque anni. Un’opera sempre classificata, da tutti i governi regionali che si sono succeduti dagli anni 70 ad oggi, come strategica e necessaria allo sviluppo dell’intera Calabria, tanto da destinare le acque ad uso plurimo ma ad oggi rimane una delle piu’ grandi incompiute dell’intero Paese”. Lo afferma il consigliere regionale Orlandino Greco, che rende noto di aver presentato al riguardo una mozione. L’opera, dice “e’ necessaria al funzionamento dello schema idrico Esaro-Sibari-Crati-Abatemarco-Tirreno, che sta soffrendo soprattutto negli ultimi anni di una carenza idrica accentuata dalle forti siccita’, ma allo stesso tempo alla produzione di energia, con un dato occupazionale rilevante, nei primi anni di funzionamento all’attivo erano intorno alle 500 persone e tutto personale altamente specializzato in diversi settori, con i suoi 120 milioni di metri cubi d’acqua sarebbe dovuta essere tra le dighe piu’ grandi d’Europa. Per la realizzazione dell’opera – continua – , che puo’ essere considerata tra i fallimenti piu’ imponenti della Cassa del Mezzogiorno che ha lasciato marchi indelebili sui territori, vennero sottratti all’agricoltura e all’economia delle comunita’ di Sant’Agata d’Esaro e di Malvito quasi 500 ettari di terreni produttivi, condizionando in modo irreversibile l’aspetto socio-economico del comprensorio. Cio’ che doveva essere “precondizioni per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia meridionale”, divenne la piu’ grande tangente pagata al Nord e ad una politica centralista e fatta d’interessi gestiti con una certa poca attenzione al bene comune. La Legge Obiettivo, che avrebbe dovuto riequilibrare lo sviluppo socioeconomico tra le varie aree del territorio nazionale, nella fase iniziale destinava il 52,2% degli investimenti al Centro-Nord e il 47,8% al Mezzogiorno. Dell’insieme delle opere programmante nella Legge Obiettivo, dal 2001 al 2014 – sottolinea – sono state ultimate solo l’11%. Al Sud le opere ultimate sono circa il 6% del totale programmato”.

Secondo Greco, “la Cassa per il Mezzogiorno con i suoi interventi mirati ma inutili ha eretto non soltanto cattedrali nel deserto ma attivato processi di desertificazione di interi territori, defraudati e poi abbandonati come la zona della Valle dell’Esaro (ma poi le aree industriali di Gioia Tauro, Saline Ioniche, la Marlane a Praia a Mare, solo per citarne alcune). Un territorio sventrato e dimenticato, i cantieri risultano abbandonati senza alcun controllo e vigilanza, un’area non piu’ utilizzabile per altri scopi (e’ acquisito, oltretutto, dal demanio), oltre al danno ambientale, quindi, si registra una depressione economica che ha reso invivibili intere realta’ che mano mano si stanno svuotando. Dopo ripetute illusioni e promesse sempre tradite e’ necessario e urgente- aggiunge – dare risposte concrete alle aspettative e alle speranze di quelle popolazioni che alla diga avevano creduto e sulla sua realizzazione avevano fondato tutte le loro prospettive, ecco perche’ ho depositato nei giorni scorsi – spiega – una mozione per discutere della questione e intraprendere tutte le azioni possibili per una risoluzione definitiva”.