1 maggio: sindacati, basta morti per il profitto

Prato – Una ferita per il Paese, un bollettino di guerra inaccettabile: troppi i morti sul lavoro, troppi i morti causati dal profitto. Tutto questo deve finire: e’ il forte appello lanciato da Cgil, Cisl e Uil al corteo unitario per la festa dei lavoratori che si e’ svolta nella citta’ simbolo di Prato, dove nel 2013 morirono 7 operai cinesi che lavoravano in condizioni precarie e senza tutele. Proprio la sicurezza nei luoghi di lavoro e’ stata al centro delle celebrazioni del 1 maggio. I leader Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo uniti dicono “basta” a tante vittime, chiedono piu’ investimenti e un strategia nazionale “per un Paese migliore”, in cui anche l’innovazione e la globalizzazione devono essere sfruttate per una maggiore sicurezza e non per creare “nuove schiavitu’ e forme di sfruttamento”.
Al loro appello hanno risposto indirettamente le istituzioni. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato: “Desta allarme la sequenza purtroppo continua degli incidenti mortali. La sicurezza sul lavoro e’ un tema di civilta’ che non intendiamo trascurare e rappresenta un impegno a cui le istituzioni non verranno memo. La prevenzione degli incidenti va rafforzata con investimenti sulla sicurezza e con controlli efficaci” che diano risultati concreti. Mattarella ha anche sottolineato che “la crescita del lavoro, la sua qualita’ restano necessariamente centrali per ogni strategia di governo”. Un messaggio e’ arrivato anche dal premier Paolo Gentiloni: “1 maggio festeggiamo il lavoro pensando anche a quello che non c’e’ e alla dignita’ che ogni lavoro dovrebbe avere. E’ la prima sfida per chi governa”, ha scritto su Twitter. Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, accolto con calore a Prato, ha sottolineato: “Il lavoro deve essere la priorita’, un tema cruciale, la sfida principale del Paese. Un lavoro che superi le fragilita’ e la precarieta’”. Non poteva mancare poi la voce del Papa: “Celebriamo San Giuseppe Lavoratore ricordandoci sempre che il lavoro e’ un elemento fondamentale per la dignita’ della persona”, ha scritto sempre su Twitter.

Camusso, Furlan e Barbagallo hanno aperto il corteo reggendo uno striscione con lo slogan ‘Sicurezza e’ il cuore del lavoro. Camusso dal palco ha chiesto “una strategia nazionale sulla sicurezza per costruire un Paese migliore” e ha evidenziato che “servono piu’ investimenti: e’ una questione di etica che non si risparmi mai sui costi della sicurezza. Da questa Piazza riaffermiamo un principio: nessun profitto, nessuna velocita’, nessuna pressione puo’ mettere a repentaglio le vite dei lavoratori”. Furlan ha lanciato un appello alle imprese, “perche’ facciano piu’ investimenti”; e alle istituzioni, “che devono vigilare e hanno responsabilita’”. ” Basta! – ha detto – Non si puo’ piu’ e non si deve morire di lavoro: 13.000 morti sul lavoro negli ultimi 10 anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare piu’, e’ una ferita per tutto il Paese che non si puo’ piu’ tollerare”. Barbagallo ha rimarcato la sua indignazione: “Si deve fare qualcosa sulla sicurezza sul lavoro, siamo allo stesso livello di mortalita’ del 1911 perche’ si mette al primo posto il profitto. Troppe morti solo per il profitto non possiamo fermarci e dobbiamo andare avanti con la nostra battaglia”. Tutti i leader sindacali hanno poi fatto appello alla politica perche’ sia responsabile: “Un nuovo governo e’ urgentissimo” e Camusso ha anche invitato ad avere “il coraggio di usare le finestre che si sono aperte (con riferimento al dialogo Pd e M5s, ndr) perche’ “l’Italia non si merita di andare a elezioni anticipate”.