Autobomba Limbadi: legale famiglia vittima, madre rischia la vita

Vibo Valentia  – “Non e’ stata compresa la gravita’ di quanto accaduto il 9 aprile a Limbadi. La signora Rosaria Scarpulla corre un pericolo di morte imminente”. E’ quanto affermato dall’avvocato Giuseppe De Pace nel corso della conferenza stampa convocata nella sede della Confcommercio di Vibo Valentia per chiedere la scorta per la mamma di Matteo Vinci, il biologo 44enne che ha perso la vita nell’esplosione di una bomba collocata sotto la sua auto a Limbadi, nel Vibonese. Il padre della vittima, Francesco Vinci, e’ ancora ricoverato nell’ospedale di Palermo. All’indomani dell’attentato, Rosaria Scarpulla aveva accusato alcuni esponenti del clan Mancuso con cui da anni la sua famiglia ha contrasti per ragioni di vicinato, sfociati in una rissa. “Nel 2014 – ha detto De Pace – la prima spedizione punitiva, poi l’incendio di un capannone e la muratura delle finestre della casa di campagna. Il 30 ottobre scorso Francesco Vinci subisce un’aggressione di puro stampo mafioso che gli procura la perdita di tutti i denti e una lesione cerebrale. Gli autori sono stati sempre denunciati con nomi e cognomi. Sino alla bomba del 9 aprile. Alla luce dei fatti – spiega l’avvocato – la Scarpulla necessita di una scorta seria e non di misure tutorie, entita’ evanescente. La Scarpulla e’ l’unico testimone capace di indicare i responsabili dell’attentato. In una terra di omerta’, una coraggiosa madre che collabora con la giustizia deve essere tutelata. La signora e’ figlia di un Dio minore?”. Ed ancora: “Matteo Vinci era un uomo giusto e merita i funerali di Stato. Se il ministro dell’Interno non assegnera’ una scorta seria, invito le associazioni antimafia a predisporre una scorta civile”.