Migrante ucciso: incontro al Comune, le richieste dei braccianti

San Ferdinando (Reggio Calabria)  – Il rimpatrio della salma di Soumaila Socko, l’istituzione di una “cassa di resistenza e di solidarieta’” per sostenere le spese legali del processo per l’uccisione del giovane e la restituzione del corpo alla famiglia, un incontro con il nuovo ministro del lavoro, Luigi Di Maio. Sono alcune delle richieste avanzate stamani, in Comune, da una delegazione di braccianti africani residenti a San Ferdinando, il centro del Reggino in cui lavorava il giovane ucciso nella tarda serata di sabato a San Calogero. All’incontro, alla presenza del sindaco e del commissario per l’emergenza migranti, hanno partecipato anche esponenti delle forze di Polizia.
Le richieste sono state sintetizzate, alla fine della riunione, da Aboubakar Soumahoro, rappresentante dell’Usb, sindacato a cui il giovane ucciso era iscritto, giunto da Roma per partecipare alla manifestazione dei braccianti africani indetta dopo la morte del ragazzo.

“Questi impegni che sono stati presi – ha detto – siamo pronti a verficarli ora dopo ora, giorno dopo giorno e se non saranno mantenuti scenderemo di nuovo per le strade a partire dal 16 giugno a Roma e a Gioia Tauro terremo una manifestazione coinvolgendo tutti quelli che sono sfruttati e di cui comunicheremo la data”.
Il sindacalista ha anche detto in riferimento della morte di Socko: “Rimandiamo al mittente la versione del furto e della sparatoria. Soumalia e’ stato assassinato. Chi ha tentato di manipolare l’informazione non fa un bene al senso della giustizia da noi richiesto”. La compagna di Soumaila, ha poi aggiunto, vuole vedere la salma. I braccianti, ha siegato, non vogliono piu’ stare nella tendopoli “ma vogliono – ha scandito piu’ volte – le case”.