Migrante ucciso: area delitto sequestrata nel 2011, 12 indagati

Vibo Valentia  – E’ dal 2011 sottoposta a sequestro l’area dell’ex fornace “La Tranquilla” dove il 2 giugno e’ stato ucciso Sacko Soumila, il ragazzo 29enne del Mali, sindacalista dell’Usb, che si era recato sul posto per prelevare delle vecchie lamiere abbandonate da usare nella tendopoli di San Ferdinando. L’ex fornace e’ finita al centro dell’operazione “Poison” della Procura di Vibo che vede 12 persone accusate di aver provocato un disastro ambientale gestendo abusivamente 127mila tonnellate di rifiuti industriali tossici provenienti da Brindisi e poi finiti illegalmente, dal 2000 al 2007, negli impianti della discarica di San Calogero. Un processo a rischio prescrizione. Il 9 ottobre 2014, l’allora presidente del Tribunale Vibo Valentia, Lucia Monaco, designata dopo oltre un anno di stasi per mancanza di giudici, si era infatti astenuta dalla trattazione poiche’ incompatibile avendo fatto il gip. In precedenza, solo udienze di rinvio per difetti di notifica agli imputati, mentre un’udienza era stata addirittura fissata per errore il 20 aprile 2014, giorno di Pasqua e quindi con il Tribunale chiuso. Il giro d’affari al centro dell’inchiesta si aggira sui 18 milioni di euro perche’ tanto, secondo l’accusa, sarebbe costato il regolare smaltimento dei rifiuti a Brindisi, Priolo Gargallo e Termini Imerese. Sui ritardi del processo, negli scorsi anni vi erano state pure delle interrogazioni parlamentari del M5s.