‘Ndrangheta: sequestro beni,i legami tra imprenditori e cosche

Reggio Calabria – Imprenditori i cui profili criminali sarebbero emersi nel corso di diverse operazioni di polizia condotte negli ultimi anni a Reggio Calabria. E’ questo il profilo degli esponenti della famiglia Bagala’, imprenditori con diverse societa’ impegnate nella gestione di appalti pubblici a cui sono stati sequestrati beni per un ammontare complessivo di circa 115 milioni di euro.
Tra le operazioni che evidenziano il profilo criminale di questi imprenditori, c’e’ l’operazione “Ceralacca”, conclusa tra il 2012 e il 2014 con 25 provvedimenti restrittivi personali nei confronti di soggetti ritenuti responsabili dei reati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbata liberta’ degli incanti, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Tra queste persone ci sono anche Giuseppe Bagla’, 61 anni, e Francesco Bagala’, 28, nonche’ di provvedimenti cautelari reali su 15 imprese, beni mobili, immobili e disponibilita’ finanziarie per un valore stimato in circa 48 milioni di euro. Nell’ambito delle indagini si riteneva che il gruppo criminale guidato dai fratelli Bagala’, insieme ai rispettivi figli, avesse alterato numerose gare indette sia dalla Suap di Reggio Calabria che dalla Sorical Spa di Catanzaro.

Nel 2017 l’operazione “Cumbertazione” ha permesso di contestare i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata dall’art. 7 L. 203/1991, turbata liberta’ degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, tra cui gli esponenti del gruppo Bagala’, con provvedimenti reali cautelari su 44 aziende, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro. L’operazione ha permesso di svelare i legami di gruppi imprenditoriali di Gioia Tauro (in particolare, collegati alla famiglia Bagala’) con l’articolazione di ‘ndrangheta dei Piromalli, operativa nel relativo territorio. In particolare, attraverso questi rapporti, sarebbe stato acquisito il controllo del settore degli appalti indetti dal Comune di Gioia Tauro e da quelli limitrofi, nonche’ da altri enti quali l’Anas Spa.
Infine, l’operazione “Martingala” ha permesso di ricostruire reati quali associazione mafiosa, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, con l’aggravante, per alcuni di essi, del metodo mafioso. Nell’operazione furono coinvolti Giuseppe Bagala’, 61 anni, e Francesco Bagala’, 28, facendo emergere anche rapporti con esponenti delle cosche di Plati’ e San Luca.