Omicidio Scopelliti: Oliverio, la Calabria chiede giustizia

Catanzaro – “Mai in Calabria assassini avevano mirato contro magistrati impegnati nell’amministrazione della giustizia penale. Fu come una vertigine: fu chiaro fin dall’inizio che ci trovavamo di fronte ad un segnale devastante che annunciava un salto di qualita’ che la Calabria e i calabresi perbene avrebbero dolorosamente pagato”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, commemorando oggi Antonino Scopelliti, il magistrato assassinato il 9 agosto del 1991.
Il presidente della Regione ha collegato le uccisioni avvenute in rapida sequenza, in poco meno di un anno, tra il 9 agosto del ’91 e il 19 luglio del ’92, di Scopelliti, Falcone e Borsellino: “Uccidere due giudici siciliani e uno calabrese non ha significato solo colpire obiettivi simbolici. Nella strategia di Cosa nostra, quelle tre morti significavano eliminare i tre piu’ pericolosi e determinati nemici di quel momento. Di scandaloso – ha poi aggiunto Oliverio – c’e’ che lo Stato, eliminati Falcone e Borsellino dopo Scopelliti, non e’ riuscito a ricostruire concretamente il quadro degli avvenimenti, forse proprio perche’ quei tre episodi sono stati valutati come vicende tra loro diverse. Oggi la Calabria chiede giustizia. Siamo interessati a far luce fino in fondo su quella drammatica pagina della Calabria, anche per capire meglio cos’e’ successo nell’ultimo trentennio. La nostra terra ha bisogno, per poter progredire, di normalita’. Ho molto apprezzato, insieme a una parte grande dei calabresi, i segnali importanti di quanti non vogliono abbandonare soltanto alle ricostruzioni storiche gli avvenimenti di quegli anni lontani. Intanto, perche’ tutti i cittadini hanno diritto ad avere giustizia, condizione per risanare ferite cosi’ tragiche e profonde. Ma anche perche’ la conoscenza di tutto quel che e’ successo e’ la condizione per liberare la nostra terra da tutte le ipoteche abbiamo diritto, come calabresi, a conoscere cosa e’ avvenuto nel lontano agosto del ’91, ma di farlo diventare argomento di giustizia. In Calabria – ha proseguito Oliverio – ci sono calabresi mafiosi, ma ci sono anche giudici che hanno combattuto e combattono, a viso aperto e senso di giustizia, i mafiosi. Come in Sicilia. E’ quel che continua ad accadere ogni giorno. E’ per questo che noi consideriamo il giudice calabrese Antonio Scopelliti, figlio della Calabria, un eroe civile italiano che amava la sua terra. Siamo fieri di lui e, per lui, i suoi familiari e tutti quelli che gli hanno voluto bene, aspettiamo fiduciosi di avere giustizia. Lo Stato ce lo deve. Lo deve alla famiglia, alla Calabria e al Paese”.
“Prima di concludere questo mio breve intervento – ha affermato Oliverio – voglio ringraziare Rosanna Scopelliti che, con la Fondazione, ha inteso assumere nel nome e sull’esempio di suo padre, un impegno civile che continua per riscattare questa nostra terra. Ho apprezzato molto le sue riflessioni che sono quelle di una figlia che, nonostante quella odierna sia una giornata di ricordi dolorosi, invita tutti noi ad impegnarci e a rimanere in questa terra per aiutarla a riscattarsi. Alla violenza della ‘ndrangheta- ha concluso il presidente della Giunta regionale – occorre opporre un impegno civile forte, soprattutto delle nuove generazioni, per contribuire a cancellare dalla faccia di questa regione una piovra che per troppo tempo ne ha ostacolato lo sviluppo e la crescita e continua a proiettarne all’esterno una immagine sfregiata e negativa. E’ lo stesso impegno che Rosanna sta portando avanti attraverso la Fondazione e che vedra’ il nostro sostegno, come ho gia’ avuto modo di assicurarle nei giorni scorsi durante un incontro nel corso del quale mi ha illustrato i programmi della stessa. La Regione c’e’, sta dalla parte di Rosanna e della Fondazione perche’, solo cosi’, sta dalla parte dei calabresi onesti, che sono la maggioranza di questa regione, nel nome e nel ricordo di Antonino Scopelliti”.