Pollino: da anni ’80 in Italia 11 eventi, 33 escursionisti morti

Roma  – Non e’ purtroppo una novita’ la piena torrentizia, con escursionisti che ne fanno le spese e trovando anche la morte. Soprattutto nel periodo estivo, temporali e piogge intense possono indurre un repentino aumento delle portate dei torrenti in bacini montani. E la pericolosita’ di queste piene e’ accentuata dalla presenza dell’abbondante detrito lungo il letto del torrente che, una volta preso in carico dalle acque turbolente, viene trasportato verso valle, aumentandone la forza distruttiva. Dagli anni Ottanta all’estate scorsa – riporta uno studio dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr – si sono registrati almeno dieci eventi che hanno causato 23 vittime tra i turisti. Ora bisogna aggiungere le vittime del torrente Raganello, nel Parco del Pollino, in territorio calabrese. La peculiarita’ di questi eventi e’ la concomitanza di piu’ fattori: la morfologia che spinge le acque ad incanalarsi e corrivare velocemente, l’intensita’ delle piogge e la presenza delle persone lungo i sentieri o i canyon.

Tra gli eventi, il forte temporale che nell’estate del 1991 colse di sorpresa un gruppo di ragazzi a pochi metri dal rifugio Brentei, in Trentino. Sette di loro vennero schiacciati dai massi che, per effetto della intensa pioggia abbattutasi in quota, cominciarono a muoversi verso valle. Era proprio tra quei massi nel canalone che i ragazzi accompagnati da un seminarista avevano in realta’ cercato rifugio dalla pioggia. Nell’agosto del ’96 a rivelarsi invece fatale per due giovani ragazzi e’ stato un bagno tra le polle e le cascate del Riomagno nei pressi di Seravezza (Lucca): una inattesa quanto mai improvvisa ondata di piena causata dai forti temporali travolse prima la ragazza e successivamente il suo amico che cercava di prestarle soccorso. Sempre in agosto, nel 1999 in Val Chiavenna un gruppo di scout che campeggiava su delle palafitte costruite nel greto del torrente Febbraro, venne sorpreso da un’ondata improvvisa causata da un forte temporale avvenuto in quota durante la notte. In quella occasione tre giovani ragazze persero la vita.
Piu’ vicino ai nostri giorni, nell’agosto 2015 a trovare la morte e’ stato un ragazzo che aveva deciso di passare qualche giorno in campeggio libero lungo il torrente Cordar, in provincia di Biella. I forti temporali hanno improvvisamente ingrossato le acque del torrente strappando via la tenda e trascinando la vittima a valle.

Ma nello stesso mese del 2015 un altro evento tragico ha coinvolto dei turisti in Abruzzo. In questo caso un fiume di acqua e massi ha travolto una famiglia di quattro persone mentre stavano salendo un sentiero lungo il canalone che porta al nevaio del Gran Sasso. Improvvisamente lo scenario meteo muto’, forti ed improvvise piogge si abbatterono sull’area generando un carico di acqua e detriti che trascino’ a valle la madre, provocandone la morte. A dare l’allarme fu la figlia di 12 anni che solo nel tardo pomeriggio riusci’ a scendere a valle e a far soccorrere padre e fratellino.
Dalla descrizione di alcuni di questi eventi emerge che a costituire un grande pericolo e’ la combinazione della presenza di forti temporali e il regime torrentizio dei corsi d’acqua montani la cui portata puo’ aumentare di alcuni metri cubi in pochissimo tempo. E purtroppo, al di la’ di improvvisazioni o di valutazioni superficiali da parte di accompagnatori o isolati escursionisti, c’e’ da dire che malgrado i progressi delle moderne tecnologie per le previsioni meteorologiche, le piogge di breve durata e alta intensita’, frequenti in estate e che evolvono velocemente nello spazio e nel tempo, restano ancora difficili da prevedere con accuratezza.

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