Depurazione: Ferrara (M5S), estate da dimenticare in Calabria

Catanzaro – “Una stagione balneare scarsa dal punto di vista della qualita’ delle acque”. CLo afferma l’europarlamentare Laura Ferrara. “Abbiamo tenuto sott’occhio – dice – i dati Arpacal sulla conformita’ alle disposizioni della direttiva Ue (2006/7) sulle acque di balneazione. Quanto rilevato dimostra uno stato di salute dei nostri mari allarmante. Decine e decine i punti non conformi, sia sul versante tirrenico che ionico della Calabria. Molte criticita’ “tornano ciclicamente”. Si tratta di non conformita’ temporanee ma che si riscontrano sempre negli stessi punti gia’ da qualche anno. Un trend che avrebbe dovuto accendere un campanello d’allarme negli amministratori locali che oltre all’interdizione della balneazione avrebbero dovuto approfondire le ragioni di questa strana casualita’ per cui nello stesso punto, ad un primo monitoraggio i parametri di echerichiacoli ed enterococchi superano i limiti imposti dalla normativa per poi rientrarvi nelle analisi suppletive. A questi vanno ad aggiungersi i punti “storici”, ossia dove i divieti di balneazionevigono gia’ da qualche anno rischiando di diventare permanenti, come gli undici punti nel comune di Reggio Calabria non conformi gia’ da quattro anni. Stessa situazione riscontrata per alcuni punti nei Comuni di Praia a Mare, Paola, Fuscaldo, San Ferdinando e Gioia Tauro”.

“Tra le non conformita’ rilevate questa estate e non ancora da sanare – continua Ferrara – spicca poi quella del punto denominato “Pontile” a Brancaleone. L’esito delle analisi suppletive ha rilevato valori allarmanti. Una criticita’ largamente annunciata visto il sequestro preventivo del depuratore e la mia interrogazione sullo stato di abbandono in cui versava l’impianto che ha beneficiato, a partire dagli anni 2000, di diversi finanziamenti europei nonche’ di un finanziamento di circa 700.000 euro a valere sul POR Calabria 2007/2013. Qualche interrogativo – continua – sorge poi analizzando la situazione della citta’ unica Corigliano-Rossano in cui, con ordinanza comunale, si vietava la balneazione innumerosi punti, ancora prima di conoscere gli esiti delle analisi di Arpacal: una resa difronte una situazione critica evidentemente gia’ conosciuta dalle autorita’. Questi sono i risultati della (mala)depurazione calabrese – conclude la Ferrara – Questione nota anche a Bruxelles grazie alla petizione presentata dal Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo che si dice “pienamente consapevole del fatto che la situazione nella Regione Calabria e’ parte di un problema di incapacita’ diffusa e persistente nel garantire la raccolta e il trattamento delle acque reflue urbane”. Il tanto atteso cronoprogramma degli interventi da parte dell’amministrazione regionale e’ arrivato dopo 4 anni di totale inattivita’ e per i primi pochi risultati dovremo aspettare la fine del 2020, altrimenti se ne riparla nel 2023, quando la fallimentare esperienza targata Oliverio sara’ solo un brutto ricordo per i cittadini calabresi”.