Riace: terminato l’interrogatorio di Lucano davanti al Gip

Locri (Reggio Calabria)  – E’ terminato da poco l’interrogatorio di garanzia del sindaco di Riace, Domenico Lucano, arrestato martedi’ scorso, davanti al Gip Domenico Di Croce. Lucano ha lasciato il palazzo di giustizia di Locri, accompagnato dai suoi due avvocati, Antonio Mazzone e Andrea Daqua.
A carico di Lucano la Procura aveva ipotizzato anche la distrazione a fini privati dei fondi destinati ai centri d’accoglienza per i migranti, ma i reati sono stati respinti dal Gip nell’ordinanza che ha portato il sindaco ai domiciliari. La procura aveva chiesto complessivamente 15 arresti, ma il giudice ne aveva concesso solo quello a carico del sindaco che ieri era stato sospeso dalle sue funzioni dal prefetto di Reggio Calabria. In tutto 31 le persone indagate nell’ambito dell’operazione denominata “Xenia” e svolta dalla Guardia di Finanza. A carico della compagna di Lucano il magistrato ha messo un divieto di dimora a Riace.

Riace: Lucano, “non ho nulla da nascondere”
“Non ho nulla da nascondere e da non dire, tutto quello che so lo dico, tutto”. Lo ha detto ai giornalisti il sindaco di Riace, Domenico Lucano, entrando nel Tribunale di Locri per l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. Lucano, arrestato su ordine della Procura di Locri per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunte irregolarita’ nella gestione del servizio rifiuti del Comune, ha detto anche che non si aspettava le tante attestazioni di solidarieta’ pervenutegli.

Riace: Lucano, “ho cercato di far luce su mafia rifiuti”
“C’e’ una mafia che controlla questo ciclo dei rifiuti e praticamente io ho cercato di fare luce, di coinvolgere le cooperative sociali. Devo pagare per questo?”. Si e’ difeso cosi’, conversando con i giornalisti davanti al Tribunale di Locri, dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip, il sindaco di Riace, Domenico Lucano, al quale la Procura contesta, fra l’altro, irregolarita’ nell’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti nel piccolo centro della fascia ionica reggina, noto per i suoi progetti di accoglienza dei migranti. Lucano ha spiegato ai cronisti che nelle cooperative coinvolte lavorano “persone svantaggiate”.

Riace: Lucano, posso comunicare e ricevere persone
In attesa della decisione del Gip sulla sua scarcerazione, il sindaco di Riace, Domenico Lucano, non ha restrizioni nel comunicare o nel ricevere persone. Lo ha riferito egli stesso ai giornalisti, dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. “Mi ha detto: lei sindaco puo’ ricevere, puo’ telefonare, non le abbiamo fatto delle restrizioni, non la stiamo trattando come tutti perche’ capiamo”.

Riace: Lucano, “le regole? Rispetto Costituzione piu’ di altri”
Non risponde direttamente ai cronisti che gli chiedono un giudizio sulle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nel giorno del suo arresto, ma Domenico Lucano, sindaco di Riace, noto per il suo impegno per i migranti, dichiara: “Oggi ho ribadito una cosa molto chiara. Forse la Costituzione la rispetto piu’ io che tanti che si nascondono dietro le regole. La prima regola della Costituzione italiana, che nasce dalla Resistenza, e’ avere rispetto della dignita’ degli esseri umani. E’ la prima regola. Questi esseri umani non hanno colore della pelle, non hanno nazionalita’. Sono tutti esseri umani allo stesso modo, con nessuna differenza”.

Riace: Lucano, “ho dato in beneficenza i miei soldi”
“Anche i soldi che mi hanno dato come premio a Berna, dove ho ricevuto dei soldi in contanti, nel 2014, e a Dresda, nel 2017, non li ho tenuti per me. Nemmeno i soldi che erano miei, di cui potevo fare quello che volevo, non li ho tenuti e li ho messi a disposizione di tutti”. Domenico Lucano ribadisce la sua onesta’ davanti ai cronisti dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. “Anche quando hanno fatto la fiction su Riace, mi hanno chiesto – ha spiegato – quanti soldi avrebbero dovuto pagarmi. Io ho risposto che non voglio niente. Si sono meravigliati. Il mondo funziona con i soldi – ha aggiunto – per me non e’ cosi’. Mi sono messo a disposizione di tutti, nel senso di disponibilita’ umana, non con altri significati”.

Riace: Giovanna Marini, “Mimmo Lucano come Antigone”
“Il sindaco di Riace come Antigone. Mimmo Lucano trasgredisce la legge Bossi-Fini. Come Antigone che non osserva la legge del tiranno Creonte. Antigone invoca una legge piu’ forte, universale,q uella dell’amore verso i fratelli. Mimmo Lucano tace. Lui sa che in un paese come il nostro dove i giusti sono ormai ridotti al silenzio, invocare una legge universale superiore per importanza ed etica alla Bossi-Fini, una legge che parla di pietas, di solidarieta’, oggi cascherebbe nel vuoto. Ma ancora una volta devo ringraziare Mimmo Lucano che con il suo comportamento esemplare di uomo giusto ha agito solo per il bene degli altri e mai per il bene proprio”. Lo afferma Giovanni Marini, cantautrice, esperta di musica popolare.
“Se ha dato una ragazza migrante in sposa a un uomo rimasto solo per evitare che fosse rimpatriata, purche’ la cosa fosse gradita a tutti e due, e a quanto pare lo era, se ha dato un incarico di lavoro ai disoccupati del suo paese senza fare la gara d’appalto – aggiunge – una spiegazione ovvia c’e’. In una regione devastata dalla presenza massiccia della mafia locale fare una gara d’appalto era mettersi al servizio di un’organizzazione tutt’altro che onesta. Mimmo Lucano – conclude la Marini – un giorno ha detto “a volte si puo’ anche distinguere fra legalita’ e giustizia e scegliere quest’ultima”. Sono poche parole ma che rimangono in mente, qui da noi. Grazie Mimmo Lucano”. (

Riace: Forum Terzo Settore, valore accoglienza non in discussione
Il Forum del Terzo Settore della Calabria interviene in merito alla vicenda di Riace e del sindaco Domenico Lucano affermando, in una nota, che “se da una parte occorre rispettare ed avere fiducia nel percorso che la giustizia fara’, con forza e determinazione ritiene che non si debbano mettere in discussione il valore ed il sistema dell’accoglienza che in particolare in Calabria tantissimi comuni hanno scelto come risposta ad una drammatica emergenza umanitaria. Il nostro paese – si legge – e’ da sempre un paese ospitale ed accogliente. Se si rinchiudesse nell’egoismo del suo benessere rinnegherebbe i valori migliori nei quali sono cresciuti tante generazioni. Noi calabresi che abbiamo sperimentato e continuiamo a soffrire lo sradicamento dalla nostra terra di generazioni e generazioni di giovani e di intere famiglie e comunita’ non possiamo rimanere insensibili dinnanzi al dramma ed alle tragedie che vedono coinvolte tante persone che scappano dalle guerre, dalla fame e dalla estrema poverta’. L’Africa e’ stata e’ continua ad essere un luogo di rapina delle sue materie prime, di sfruttamento di tutte le sue risorse comprese quelle umane da parte del mondo cosiddetto evoluto, ha pagato e continua tutt’oggi a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane. Crediamo dunque che occorre rimanere saldamente ancorati al valore dell’accoglienza, studiare forme di cooperazione con i luoghi di partenza degli immigrati, rendere piu’ efficienti i soccorsi e creare accoglienza ed integrazione. Riteniamo infine – e’ scritto – che il sistema degli SPRAR si e’ rivelato un ottimo strumento di accoglienza e di integrazione e per questo non va ne’ ridimensionato ne’ abolito”.

Riace: Raspa “ultime cose che ci servono sono i martiri e i colpevoli”
“Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, è stato arrestato con l’accusa di aver aiutato una ragazza nigeriana a restare in Italia e quella di aver affidato la raccolta dei rifiuti a due cooperative sociali. Le restanti accuse contestate dalla procura di Locri (malversazione, concussione e truffa, che costituivano i 3/4 dell’impianto accusatorio) sono state cassate. In questa vicenda c’è tutto lo scarto tra i protocolli e la vita, quella vera, uniformata a un inderogabile principio di umanità”. Lo scrive rete R.A.S.P.A.(Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autonomia) che “ritiene che alcune leggi inique possano essere contestate, che non ci si possa accontentare di rispettare i codici, di limitarsi a eseguire il mansionario, se in gioco ci sono la sopravvivenza e l’esistenza stessa degli ultimi, dei più poveri, degli immigrati. A questi Lucano – scrive Rapsa- ha da sempre inteso estendere i diritti basilari, facendo di Riace una sorta di villaggio globale che fa paura proprio nella misura in cui si pone come delegittimazione di un sistema d’accoglienza troppo spesso viziato, cannibale e predatorio”.

R.A.S.P.A. “ritiene che quella segnata dal sindaco di Riace possa essere una strada utopistica ma pienamente realizzabile e deplora fermamente l’umiliazione e la persecuzione politica e individuale cui continua a essere sottoposto Lucano”. Poi rciorda che “lo stesso Mimmo Lucano, quindici giorni orsono, insieme a centinaia di sindaci calabresi, ha supportato la ricandidatura di Mario Oliverio alle prossime elezioni regionali; non siamo al corrente di ciò che ha motivato tale sostegno politicamente incomprensibile e sospettiamo, dunque, che possa riguardare un atto dovuto, rispetto a un’amicizia troppo sbandierata sui social da un governatore che, in fin dei conti, non ha mai saputo garantire alcunché né a Lucano, né al progetto di accoglienza di Riace.
I due corni – prosegue la nota – della vicenda delimitano esattamente lo spazio che resta in Calabria e in Italia per esercitare un’azione politica, anche quando essa è volta alla resistenza: spazio che si consuma tra una riverenza al potere (forse troppo ossequiosa, ma sentita come obbligatoria in un sistema così regolato) e la ricerca di una scappatoia per aggirarne i meccanismi burocratici, diciamo così, meno oliati.
Dal canto suo, il popolo (anche in misura maggiore rispetto a chi lo rappresenta) è stretto tra la necessità di riconoscersi in un eroe e, adesso, in un martire e l’asservimento endemico di chi continua a uniformarsi alle consuete logiche dello scambio e della clientela. Quelle che continuano a conservare intatti e privi di civiltà questa regione e questo Stato e che lasciano che tutti siano convinti che Lucano sia colpevole e che fraudolento si sia rivelato l’esempio di accoglienza che ha allestito a Riace. D’altro canto, per capire davvero chi siamo e dove stiamo andando noi, lo sviluppo e il nostro fallimentare (ma legalissimo) modello di accoglienza, le ultime cose che ci servono sono i martiri e i colpevoli”.