Porto Gioia Tauro: Sul, qualcosa si muove ma occorre concretezza

Gioia Tauro (Reggio Calabria) – “Sembra che qualcosa si stia muovendo, nonostante siano passati circa 40 giorni da quel 10 settembre scorso, giorno dell’incontro presso il MIT, il viceministro Rixi ha annunciato che la data del prossimo incontro sul Porto di Gioia Tauro si conoscera’ a breve. Auspichiamo concretezza, idee chiare sul da farsi e la speranza che questo ritardo sia servito proprio ad approfondire lo studio della storia del porto dell’ultimo decennio”. Lo scrive, in una nota, il sindacato autonomo Sul, che aggiunge: Al tavolo romano, abbiamo consegnato al MIT una dettagliata relazione con allegate alcune pagine dei programmi d’investimento di Medcenter Container Terminal in concomitanza delle richieste annuali di rinnovo della cigs, programmi poi risultati in parte disattesi, evidenziando le problematiche cogenti dell’intera area portuale senza alcun timore di poter essere smentiti. Oltre al viceministro Rixi, in altre occasioni, incontrando il ministro Barbara Lezzi e il Ministro Luigi Di Maio, abbiamo reso note le medesime problematiche formalizzate al MIT. Pensiamo che occorrera’ partire dalle cose piu’ urgenti, i lavoratori hanno dato tanto per il Porto di Gioia Tauro e poi si sono visti licenziati, anche dopo 15-20 anni di servizio, e collocati in un’Agenzia alla quale in 14 mesi non e’ stata richiesta nessuna risorsa, ne tantomeno vi sono state ricollocazioni o corsi professionali di riqualificazione come invece era previsto. Non possiamo permettere – continua il Sul – che dopo tutti questi sacrifici i lavoratori possano subire altre umiliazioni in caso di assunzioni nelle societa’ presenti nell’area. Le aziende, infatti, per i potenziali neoassunti vorrebbero sfruttare i contratti a tutele crescenti con tutte le criticita’ che il jobs act comporta”.

Per il Sul, “bisogna garantire a questi lavoratori i diritti quesiti e tutele reali. L’Agenzia del Lavoro Portuale deve essere trasformata in Agenzia di forniture di lavoro portuale temporaneo ex art. 17 L. 84/94, come contenuto dal Decreto-Legge 243/2016 che all’art. 4, comma 8, prevede che alla scadenza dei 36 mesi di costituzione, l’Agenzia possa essere trasformata per garantire l’occupazione dei lavoratori che non si e’ riusciti a reimpiegare. La “diversificazione” delle attivita’, diventa indispensabile se si vuole realmente il rilancio dell’area; serve la realizzazione delle opere previste nell’Accordo di Programma Quadro (APQ su Gioia Tauro) del Luglio 2016 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, (Gateway Ferroviario, Piattaforma di riparazione dei container, Bacino di Carenaggio di cui non si conosce con precisione lo stato di avanzamento lavori). Serve – si legge – porre fine alla guerra in atto tra terminalista MCT e il cliente socio MSC, richiamando le parti a mantenere gli impegni assunti in questi anni in merito a nuovi investimenti, nuovi volumi di contenitori e sviluppo di nuove attivita’ visti gli enormi spazi inutilizzati e la ZES”.
Con la Zona Economica Speciale, spiega il sindacato autonomo, “si potranno favorire nuovi insediamenti a sostegno dello sviluppo della logistica, permettendo l’apertura dei contenitori e lo spacchettamento delle merci. Il monopolio ha dimostrato di essere fallimentare ed e’ ora che il destino del nostro Porto non sia lascato nelle mani dei due attori principali del declino in atto (MCT e MSC). Considerato che la mancanza di un’attenzione continua ha portato Gioia Tauro in questo stato, e’ indispensabile che si pensi alla realizzazione di un tavolo interministeriale permanente che veda coinvolti, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero per il Sud, il Ministero dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, per valutare assieme all’Autorita’ Portuale le azioni da mettere in campo per il rilancio del porto e dell’area portuale di Gioia Tauro, valutando anche la possibilita’ di un’eventuale ridimensionamento della concessione MCT, per quei tratti di banchina sottoutilizzati o inutilizzati. Questo permetterebbe di mettere a gara internazionale gli spazi a nuovi terminalisti, generando “concorrenza”, competizione, voglia di crescere, investire e sviluppare, in un area dalle enormi potenzialita’ il Porto di Gioia Tauro. Saremo vigili e, senza sconti a nessuno, se necessario – e’ la conclusione – non esiteremo ad aprire una vertenza”.