Sanita’: congresso su morte cardiaca improvvisa e prevenzione

Catanzaro – Duemila persone ogni anno muoiono improvvisamente in Calabria. Molte di queste morti potrebbero essere evitate effettuando una prevenzione primaria o secondaria. Di questo e dell’esperienza del Campus universitario di Germaneto sulla prevenzione della morte improvvisa aritmica si parlerà domani all’Hotel Palace di Catanzaro Lido con l’intervento dei rappresentanti delle associazioni dei pazienti e dei principali centri di Cardiologia della regione Calabria. Parteciperanno la Prof. Silvia Priori di Pavia,il Prof. Indolfi, il Prof. Curcio, il Dott. Santarpia dell’Università MagnaGraecia e molti altri docentiche parleranno della diagnosi e delle novità tecnologiche in questo ambito. Verrà anche sentita la testimonianza di un paziente (e della sua famiglia) sopravvissuto ad un arresto cardiaco.
Per morte improvvisa si intende una morte natura improvvisa ed inattesa da improvvisaperdita della conoscenza, che si verificaentro 1 ora dall’inizio dei sintomi, insoggetti con o senza cardiopatia notaafferma il Prof. Indolfi Direttore della Cardiologia Universitaria e Presidente della Società Italiana di Cardiologia. La prevenzione della morte cardiaca improvvisa è oggi, un campo della medicina in continua evoluzione, anche considerando la drammaticità della patologia che può colpire giovani, o anche meno giovani senza alterazioni strutturali del cuore che ne potessero far prevedere un evento repentino ed infausto.
Le aritmie fatali che determinano l’arresto cardiaco infatti non sono sempre legate a conseguenze dell’infarto oppure a patologie cardiache note, ma possono, in meno del dieci per cento dei casi, essere dovute a malattie primariamente elettriche del cuore come la sindrome di Brugada o del QT lungo o altre canalopatie.
Il defibrillatore cardiaco impiantabile è l’unico presidio terapeutico in grado di salvare la vita del paziente nei casi sopra descritti. Tuttavia la giovane età e la conseguente lunga aspettativa di vita, fanno oggi propendere il medico, ed il paziente, verso la scelta di un dispositivo salvavita che non entra nel cuore, quale appunto il defibrillatore sottocutaneo (S-ICD).
Infine, durante il corso importante risalto alle recente indicazione da parte dell’American College of Cardiology unitamente all’HeartRhythm Society ed all’American HeartAssociation per i pazienti con alto rischio di infezioni e rigetto del device, nonchè ai pazienti con accesso venoso centrale inadatto al posizionamento di un defibrillatore tradizionale per fenomeni trombotici come conseguenze di patologie tumorali e/o cure per le neoplasie.
Lo scopo di questo incontro di aggiornamento è quello di sensibilizzare l’attenzione del medico di medicina generale, del medico specialista e dello specializzando sull’impatto sociale che oggi la morte improvvisa riveste e su quali e quanti siano i vantaggi di utilizzare un S-ICD come terapia salvavita. Oggi continua Indolfi,i Prof. Curcio e Santarpia del Centro delle Aritmie del Campus di Germaneto effettuano studi elettrofisiologici, ablazioni transcatetere con tecnologie avanzate ed impiantano defibrillatori di ultima in pazienti con Sindrome di Brugada e con altre malattie del ritmo cardiaco. Grazie ai Centri oggi presenti in Regione, come la Cardiologia di Germaneto, almeno per i pazienti Calabresi affetti da patologie cardiovascolari,non sarà più necessarioeffettuare viaggi della speranza.

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