Parita’ di genere: Calabria, dati negativi per il lavoro femminile

Catanzaro – In Calabria il lavoro femminile e’ un “lavoro incerto, con un tasso occupazionale troppo basso (28,6%) e prevalentemente a tempo determinato”. Lo rileva un’indagine sulla parita’ rappresentativa e lavorativa in Calabria realizzata dalla Consigliera di parita’ della Regione, Tonia Stumpo: l’indagine e’ stata presentata nel corso di un’iniziativa pubblica a Catanzaro. “Nel corso del terzo trimestre 2017 – evidenzia ancora lo studio – la forza lavoro femminile in Calabria, ossia la somma delle persone occupate e di quelle in cerca di occupazione, e’ pari a circa 251mila donne, delle quali circa 188mila occupate e 63mila in cerca di occupazione. Delle 188nila occupate il 62,2% lavora nei servizi, il 79,2% lavora alle dipendenze, con il 64% di queste ultime che lavora a tempo pieno”. In Calabria inoltre – spiega l’indagine della Consigliera di parita’ della Regione – “il lavoro femminile e’ fortemente pubblico (63%), e si esplica per la maggior parte nel campo dell’istruzione (60%) con un differenziale retributivo uomo-donna meno accentuato, rispetto ad altre parti del Paese, in quanto la Calabria e’ collocata, di suo, in un’area di retribuzione compressa”.

Dalla ricerca inoltre emerge che “l’insufficienza dei servizi esistenti diretti a favorire l’occupazione femminile in Calabria determina il vero disastro sull’occupazione femminile: a esempio, i servizi relativi ai nido si sono fermati al 2,1%, l’offerta del tempo pieno nella formazione scolastica ha percentuali pari al 60% che vanno migliorate”. “Con il nostro monitoraggio – spiega la Consigliera di Parita’ della Regione, Tonia Stumpo – abbiamo un quadro chiaro sullo stato in cui versa in Calabria il lavoro delle donne, un quadro che a nostro avviso e’ molto depresso e richiede interventi importanti. Dalla nostra indagine appare chiaro poi che in Calabria bisogna incrementare l’occupazione femminile nel settore privato, implementare i contratti a tempo indeterminato e sviluppare i servizi, che sono la pre-condizione per l’incremento del lavoro femminile e per lo sviluppo economico della regione”. Secondo la Stumpo “e’ necessario avviare una nuoca stagione dei servizi alle persone, elaborare un contesto regionale di equita’ sulla distribuzione territoriale dei servizi abbandonandone l’assegnazione agli enti locali ed eliminando i voucher, che creano squilibri e cattivi effetti sulla condizione femminile. Per raggiungere questi obiettivi – conclude la Consigliera di Parita’ – abbiamo elaborato una proposta di legge regionale quadro per favorire l’occupazione femminile, racchiusa in una piu’ ampia proposta sulle pari opportunita’ come tutela dei diritti”.