Macellaio ucciso nel Catanzarese: Dda,vendetta covata per 30 anni

Catanzaro – “Si e’ trattato di un omicidio davvero brutto, perche’ fatto in una macelleria dove poteva esserci tanta gente. Aver trovato i responsabili e’ stato importante perche’ in questo modo si rida’ fiducia ai cittadini”. Con queste parole il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato l’esito dell’operazione “Quinto Comandamento”, eseguita dai carabinieri di Sellia Marina nei confronti dei presunti mandanti dell’omicidio del 35enne Francesco Rosso, ucciso a Simeri Crichi, nel Catanzarese, il 14 aprile 2015. L’operazione ha rappresentato la prosecuzione di un precedente blitz dello scorso settembre nel quale erano stati individuati gli esecutori materiali dell’agguato.
“Quel giorno – ha esordito Gratteri – sentivamo dire che mancava qualcosa perche’ non si erano arrestati i mandanti, ma adesso abbiamo chiuso il cerchio con un quadro probatorio molto forte e grazie a un grande lavoro investigativo nel quale sono stati studiati e incrociati una enorme quantita’ di dati, di intercettazioni e di riscontri. Sento il dovere di complimentarmi con i colleghi Vincenzo Capomolla e Alessandro Prontera e con l’Arma dei carabinieri per la loro professionalita’ e la loro costanza, perche’ si e’ trattato di un’indagine travagliata: c’erano anelli mancanti ma adesso – ha sostenuto ancora il procuratore di Catanzaro – abbiamo completato la catena, e questo e’ importante perche’ questa operazione rafforza la credibilita’ degli organi inquirenti e la fiducia dei cittadini”.

I dettagli dell’operazione che ha fatto luce sull’omicidio Rosso sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale, oltre a Gratteri, ha partecipato anche il procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla, che ha ricostruito il contesto nel quale e’ maturato il delitto: “Un delitto – ha rilevato Capomolla – alimentato da motivi beceri, da sentimenti che esprimono un preoccupante degrado nelle relazioni sociali di una comunita’ nelle cui pieghe ci sono rapporti improntati all’odio profondo e a una sete di vendetta covata per quasi trent’anni e che si e’ consumata con un omicidio a pagamento, in pieno giorno e con un impressionante allarme sociale. Alla fine – ha spiegato poi Capomolla – abbiamo ricostruito tutta la vicenda con un’inchiesta a mio avviso assolutamente granitica a livello probatorio”.
All’incontro con i giornalisti e’ intervenuto anche il comandante della Compagnia dei carabinieri di Sellia Marina, Alberico De Francesco, insieme al tenente Pierantonio Tarantino: i militari dell’Arma si sono soffermati in particolare sugli aspetti tecnici particolarmente complessi dell’inchiesta, simboleggiati dalle oltre 180mila intercettazioni confluite nell’operazione “Quinto Comandamento”.

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