Agguato Pesaro: fratello vittima collaboratore giustizia dal 2003

Reggio Calabria  – Lo hanno atteso sotto l’abitazione dove era stato trasferito per essere sottoposto alla protezione speciale, ma la ‘ndrangheta lo ha scovato anche nel centro storico di Pesaro. Marcello Bruzzese, 51 anni, originario di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, e’ stato ucciso con decine di colpi di arma da fuoco. Una esecuzione in pieno stile mafioso, avvenuta nel pomeriggio di Natale, senza alcuna esitazione.
Bruzzese non era un personaggio di secondo piano. Era il fratello di Biagio Girolamo Bruzzese, collaboratore di giustizia dal 2003, che ha svelato diversi equilibri delle cosche reggine e non solo. Non era la prima volta che la ‘ndrangheta aveva tentato di uccidere Marcello Bruzzese. Nel 1995 riusci’ a sfuggire ad un agguato compiuto proprio nel suo paese di origine, ma il commando di fuoco uccise il padre e il marito della sorella, mentre lui rimase gravemente ferito.

La vittima abitava insieme alla famiglia, moglie e figli, in un appartamento pagato dal ministero dell’Interno. Per lui era stato mantenuto il nome originario, senza cambio d’identita’, ma non aveva un lavoro, ricevendo invece un sussidio dal ministero dell’Interno. Era stato trasferito a Pesaro da tre anni, dopo avere vissuto anche in Francia, proprio per sfuggire alla possibile vendetta delle cosche, arrivata pero’ nel giorno di Natale. La dinamica e’ la classica esecuzione mafiosa. Due killer incappucciati lo hanno atteso proprio sotto casa, in una stretta via del centro storico. Bruzzese ha parcheggiato la sua auto in garage, quindi e’ stato raggiunto da una raffica di proiettili calibro 9. Almeno una trentina, secondo gli inquirenti che conducono le indagini, di cui almeno quindici andati a segno.
Nella notte c’e’ stato un vertice in tribunale, al quale hanno partecipato il capo della procura pesarese, Cristina Tedeschini, i sostituti procuratori Narbone e Maria Letizia Fucci e Daniele Paci, della Dda di Ancona: un pool di magistrati per andare a fondo su autori, mandanti e movente dell’omicidio. I carabinieri hanno avviato le indagini cercando elementi utili sui sicari che, dai primi elementi, sarebbero fuggiti a piedi lasciando sotto shock un’intera citta’ che, con l’omicidio di Natale, dovra’ fare i conti con le vendette di ‘ndrangheta che non conoscono confini e non si cancellano con il tempo.