Rifiuti: Rizzo, “Commissari hanno lasciato eredita’ pesante”

Catanzaro – “Ricoprire un ruolo politico, nonche’ istituzionale, non significa occupare una postazione di privilegio ne’ tantomeno vincere un terno al lotto, ma una grande responsabilita’ e soprattutto, e’ porsi in spirito di servizio nei confronti della propria terra e dei cittadini. Questa e’ la bussola che ha guidato la mia azione di Governo dell’Assessorato all’Ambiente sin dal primo momento del mio mandato nel Luglio del 2015”. Lo afferma l’Assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Antonella Rizzo che replica al deputato del M5S D’Ippolito, il quale sollecita il commissariamento del settore prossimo, a suo dire, al collasso.
“Ho seguito il percorso che avrebbe consentito di portare la Calabria alla normalita’ – prosegue l’assessore – perche’, e’ questa la vera rivoluzione in una Regione come la nostra pervasa da commissariamenti nei settori strategici che tanti danni hanno creato e stanno tutt’ora creando. Il settore dei rifiuti e’ uno di quelli. Non e’ mia intenzione – dice – unirmi al coro di coloro che recitano come un rosario l’elenco di come e’ stato trovato il settore rimandando la colpa e le responsabilita’ a chi ci ha preceduto. Questo e’ uno sport che lasciamo ad altri, come a coloro che stanno governando il Paese in questo momento e di cui fa parte l’On. D’Ippolito”. Probabilmente, aggiunge Rizzo, “la voglia di commissariamenti fa parte della linea di questo governo e dei suoi rappresentanti. Per cui mi permetto di fare per Lei il punto della situazione sul sistema rifiuti che si avvia verso quella normalizzazione di cui parlavo prima che circa 17 anni di commissariamento ha completamente devastato”.
Per l’assessore “e’ nota a tutti la pesante eredita’ lasciata dal Commissario Delegato: raccolta differenziata al 12%; incompletezza del sistema impiantistico regionale, specie con riferimento alle province di Cosenza e Vibo Valentia; conferimento del tal quale direttamente in discarica; disordine amministrativo nei contratti di gestione; impianti poco mantenuti e tecnologicamente obsoleti; mancata attuazione del trasferimento delle funzioni ai comuni competenti in materia e quindi mancata attuazione di un sistema integrato di gestione di rifiuti, in grado di far conseguire importanti economie di scala”.

Chiusa l’esperienza commissariale, continua Rizzo, “in via temporanea, nelle more che i comuni si organizzassero nel rispetto delle previsioni di legge, la Regione si e’ sostituta agli enti locali, assicurando il governo della gestione degli impianti di trattamento, mentre i comuni hanno continuato ad assicurare il solo segmento della raccolta e spazzamento”. Rizzo rivendica una serie di risultati: “Approvazione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti Urbani (dicembre 2016), con la previsione di nuove tecnologie impiantistiche in grado di consentire il maggior recupero possibile di materia prima seconda; innalzamento, grazie anche al forte e determinante contributo dei comuni, della percentuale della raccolta differenziata, oggi oscillante intorno al 45% a fronte del 14,6% del 2012; riassetto dei contratti lasciati in eredita’ – dice – dal Commissario Delegato, con lo svolgimento delle necessarie gare ad evidenza pubblica per la gestione di tutti gli impianti pubblici esistenti (Rossano, Crotone, Catanzaro, Gioia Tauro e Siderno, Lamezia Terme, Reggio Calabria); aggiudicazione della gara per la realizzazione del nuovo impianto di riciclaggio spinto di Catanzaro; gara per la realizzazione dei nuovi impianti di riciclaggio spinto di Reggio Calabria (con offerte acquisite e in corso di valutazione) e di Rossano (in via di pubblicazione); stanziamento di contributi per il finanziamento di progetti per la raccolta differenziata di oltre 200 Comuni per circa 47 Meuro; avvio della concertazione con i comuni interessati, in ordine al finanziamento degli impianti di compostaggio di prossimita’ (n. 30 impianti per circa 10 Meuro); svolgimento di seminari ed incontri con i consorzi di filiera (Conai, Comieco, Corepla, Rilegno, Cial, Coreve) rivolti a tutti i comuni calabresi cosi’ da renderli partecipi delle azioni da porre in essere per la massimizzazione dei ritorni economici legati alla raccolta differenziata”.
Oggi, secondo l’assessore, “e’ necessario compiere un ulteriore salto di qualita’ portando a compimento il processo di riordino del settore e di rientro alla normalita’ dell’azione amministrativa con l’allocazione delle gestione delle attivita’ presso i soggetti a cio’ deputati per legge, cioe’ gli Ambiti Territoriali Ottimali. Infatti la legge n. 148/2011, recepita con legge regionale n. 14/2014 ha individuato nella Comunita’ d’Ambito (Assemblea dei sindaci appartenenti a ciascuno dei cinque ambiti territoriali ottimali nei quali e’ stato suddiviso il territorio regionale) l’Ente di governo del sistema integrato dei rifiuti urbani (raccolta, spazzamento e trattamento)”.

Per dare attuazione alla legge regionale, “sin dal gennaio 2016 – spiega Rizzo – l’assessorato all’Ambiente ha svolto una lunga azione di accompagnamento, di indirizzo e di necessario supporto ai comuni – attraverso riunioni, incontri, seminari, elaborazione di documenti format e linee guida – per come si evince dalla corposa corrispondenza tutta pubblicata sul sito web dipartimentale, sia quello attuale e che quello storico, di facile consultazione”.
Il processo di subentro, pertanto, aggiunge, “altro non e’ che la fase finale di un lungo iter necessario a far rientrare nella normalita’ il sistema di gestione dei rifiuti, in analogia a quanto avviene in tutte le altre regioni d’Italia superando la singolarita’ tutta calabrese – peraltro annualmente e puntualmente segnalata dalla Corte dei Conti nell’ambito dell’attivita’ di parifica del rendiconto generale della Regione – che vede l’Ente regionale direttamente interessato dall’attivita’ di gestione di questo segmento. Naturalmente la Regione, per come ribadito anche ieri all’Anci regionale, continuera’ a svolgere attivita’ di coordinamento ed assicurera’ ogni sostegno ai comuni, affinche’ il previsto processo di riorganizzazione possa essere quanto piu’ ordinato possibile. Se il deputato D’Ippolito non conosce tutto cio’ – dice – e’ cosa grave attesa la funzione che egli ricopre e le “specifiche competenze” vantate; se invece fa finta di non conoscere tutto cio’ e’ cosa ancora piu’ grave, in quanto denota un atteggiamento strumentale e superficiale che valuta, a seconda della parte politica a cui si appartiene, la bonta’ o meno del lavoro svolto”.