‘Ndrangheta: il potere dei clan non conosce confini

Catanzaro  – Nemmeno la Valle d’Aosta e’ rimasta immune da quella che viene definita come una vera e propria “colonizzazione” operata dalla ‘ndrangheta. L’organizzazione criminale piu’ potente al mondo ha esportato il suo sistema malavitoso anche nella piccola regione del Nord Italia, ritenuta una sorta di “isola felice”. L’operazione “Geenna”, invece, ha portato in carcere il sodalizio radicato in Valle d’Aosta, capace di permeare anche la politica, con il coinvolgimento di un consigliere regionale ed altri rappresentanti di piccoli comuni.
Ad allargare gli interessi sarebbero stati i rappresentanti delle famiglie Nirta e Scalzone, capaci di partire dal piccolo comune di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, dove viene indicata come “egemone” rispetto al controllo del territorio ed in continuo contrasto con il clan composto dalle famiglie Pelle, Vottari e Romeo. L’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia, individua proprio questi clan come tra quelli piu’ potenti della ‘ndrangheta, conosciuti tristemente in tutto il mondo dopo la strage del 15 agosto 2007, quando, dinanzi alla pizzeria “Da Bruno”, sei esponenti della cosca Pelle-Vottari rimasero uccisi da un commando giunto dalla Calabria, composto da esponenti dei Nirta-Strangio, che agirono aderendo alle logiche della “faida di San Luca”, che dal 1991 ha insanguinato quel comprensorio.
La ‘ndrangheta, dunque, non conosce confini e anche l’ultima analisi della Dia “conferma la ramificazione della criminalita’ organizzata calabrese, costantemente proiettata verso la moltiplicazione della ricchezza e l’esercizio del potere”.
Nessun continente al mondo e’ fuori dalle mire espansionistiche della criminalita’ organizzata calabrese, al punto che la Dia sostiene si tratti di “un vero e proprio modello d’azione che continua ad essere replicato, oltre che in Calabria, anche in altre aree nel Nord Italia ed all’estero, con proiezioni operative in Germania, in Svizzera, Spagna, Francia, Olanda e nell’Est Europa, nonche’ nei continenti americano (con particolare riferimento al Canada) ed australiano. Contesti dove – secondo la Direzione investigativa antimafia – si sono stabilmente insediate nuove generazioni di affiliati, incardinati in locali che, seppur dotati di una certa autonomia, continuano a dar conto al comando strategico reggino. Una vera e propria “colonizzazione” da parte del malaffare calabrese”.
In un contesto cosi’ pervasivo, nemmeno “l’isola felice” della Valle d’Aosta e’ rimasta estranea, subendo questa colonizzazione internazionale che la ‘ndrangheta continua a perseguire mostrando tutto il suo potere.