Rifiuti: Legambiente, migliorano dati differenziata in Calabria

Catanzaro, 29 gen. – Migliorano i dati della raccolta differenziata in Calabria: e’ quanto emerge dal quarto rapporto regionale di Legambiente dedicato ai “Comuni Ricicloni”, la classifica annuale dei migliori risultati nella gestione dei rifiuti negli enti locali calabresi. Nel dossier, elaborato sui dati Ispra, si evidenzia che nel 2015 i Comuni Ricicloni erano solo 10 su 409 in Calabria, mentre nel corso del 2017 sono sestuplicati: sono 63 i Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata e di questi ben 23 sono Comuni rifiuti free. “Rispetto al 2015 – rileva Legambiente- continua a mancare la provincia di Crotone che non ha nessun Comune riciclone, la provincia di Catanzaro ne ha 8, indietro ancora Vibo Valentia e Reggio Calabria con soli 2 comuni. Tra le province piu’ virtuose, continua a rimanere in testa Cosenza con ben 45 Comuni ricicloni raggiungendo il 49,55% (+14% rispetto al 2015), seguita da Catanzaro con il 47,82% (+25,62% rispetto al 2015), poi Vibo Valentia con il 32,77% (+14,27% rispetto al 2015), Reggio Calabria con il 28,69% (+17,19% rispetto al 2015), in coda la provincia di Crotone con il 22,90% (+11% rispetto al 2015). La Calabria, nel suo complesso registra un miglioramento con un +15,33% di raccolta differenziata rispetto al 2015”. Il rapporto e’ stato presentato nell’Enoteca della Provincia di Cosenza alla presenza tra gli altri dell’assessore regionale all’Ambiente, Antonietta Rizzo e del presidente della Provincia, Franco Iacucci, del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, del presidente regionale di Legambiente, Francesco Falcone, e di Laura Brambilla responsabile nazionale della campagna Comuni Ricicloni. “Nonostante questi risultati – spiega Legambiente – vengono autorizzate ancora discariche come quella di Scandale in provincia di Crotone per circa 500.000 metri cubi, oppure si discute ancora sulla richiesta di ampliamento della discarica di Scala Coeli, oltre alle annose questioni della discarica di Celico”. Secondo Falcone “la cultura ecologica non puo’ limitarsi a rispondere alle emergenze, ma deve produrre uno sguardo diverso. A esempio, pensiamo che la gestione del ciclo dei rifiuti dev’essere libera dalle lobby private. Occorre una oculata e trasparente gestione pubblica del ciclo integrato dei rifiuti. Auspichiamo, e vigileremo, affinche’ i Comuni e gli Ato non commettano gli errori e gli orrori del passato e delle vecchie societa’ miste miseramente fallite”.