Car sharing a Reggio Calabria, Ferrara (M5S) scrive alla Cretu

Reggio Calabria – “Il parco auto del car sharing della Città Metropolitana di Reggio Calabria continua ad essere inutilizzato e le auto acquistate rischiano di diventare dei rottami senza aver percorso un solo chilometro”. Il progetto “C’entro con Car sharing e Car pooling” continua a richiamare l’attenzione dell’eurodeputata Laura Ferrara che nei mesi scorsi aveva interrogato la Commissione europea segnalando come il progetto, finanziato con fondi europei, non fosse mai realmente partito.
”Dopo oltre un mese dalla risposta della Commissione alla mia interrogazione – afferma la Ferrara – continuano a giungermi segnalazioni di cittadini indignati per lo spreco di denaro pubblico rappresentato da questo progetto. Ho inviato, pertanto, una lettera alla Commissaria per la Politica regionale, Corina Cretu, informandola di quanto a me riferito da fonti sul territorio, ovvero che nulla pare essere cambiato”.
”Il servizio di car sharing per la Città metropolitana di Reggio Calabria – ricorda – è stato finanziato a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 2007-2013. La sua attuazione ha generato un pagamento di 200mila euro ed ancora oggi le automobili sono inattive. Si tratta di 20 autovetture, di cui 3 ad alimentazione elettrica, ferme in un parcheggio sin dal giorno dell’acquisto. La Commissione mi informava a dicembre che l’Autorità di gestione non era in grado di confermare l’effettiva operatività del programma e che se la piena funzionalità dello stesso non veniva confermata era probabile un automatico disimpegno degli importi corrispondenti o, addirittura, il recupero delle somme già versate”.
”Dov’è la buona volontà e il massimo impegno delle amministrazioni, Città Metropolitana e Regione, nel voler cambiare modus operandi rispetto al passato – si chiede l’europarlamentare M5S -. Continuiamo ad assistere a irregolarità gravi sulla passata programmazione, le nostre denunce, i moniti da parte di Bruxelles e ancor di più i terremoti giudiziari non bastano a sanare un sistema di gestione del denaro pubblico decisamente perverso”.