Estorsioni: operazione nel Vibonese, fondamentale denuncia vittime

Vibo Valentia  – E’ frutto di attivita’ tecniche e di osservazione, ma anche della fondamentale denuncia di due imprenditori del Vibonese, l’operazione “‘Mbasciata” della Dda di Catanzaro che ha portato oggi in carcere Vincenzo Puntoriero, 65 anni, di Vibo Valentia, ed Emilio Pisano, 50 anni di Ariola di Gerocarne, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I due indagati, bloccati a Vibo Valentia e a Gerocarne, secondo l’accusa, hanno taglieggiato due fratelli, imprenditori edili vibonesi, che stavano eseguendo, nel febbraio 2018, lavori per ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo. “Gli arrestati, dopo aver chiesto duemila euro, avevano avvertito i titolari dell’impresa – ha spiegato nel corso della conferenza stampa il comandante dei carabinieri di Serra San Bruno, capitano Marco Di Caprio – che senza pagare avrebbero avuto problemi e dispetti sul cantiere, compromettendo cosi’ la loro fama di impresa affidabile e capace di portare a termine le opere”.
I due imprenditori si sono, pero’, fidati del maresciallo della Stazione di Arena, Valerio Oriti, che ha raccolto le prime denunce contro Emilio Pisano che risiede a Gerocarne.

Le vittime hanno denunciato i fatti, consegnando ai militari dell’Arma anche le registrazioni delle minacce ricevute per costringerli a pagare l’estorsione sui lavori alla conduttura fognaria di Vibo che stavano eseguendo in via Terravecchia Inferiore. L’inchiesta si e’, quindi, allargata, coinvolgendo i militari dell’Arma della Compagnia di Serra San Bruno e la Dda di Catanzaro che aveva chiesto altri tre arresti respinti pero’ dal gip. Si tratta di Domenico Franzone, 62 anni, Filippo Catania, 68 anni, Carmelo D’Andrea, 61 anni, tutti pregiudicati che hanno scontato condanne definitive per associazione mafiosa nell’operazione “Nuova Alba” contro il clan Lo Bianco di Vibo e sono da poco usciti dal carcere. Nei loro confronti, il gip distrettuale non ha ravvisato la gravita’ indiziaria per l’arresto.
La cifra di 2.000 euro chiesta dagli estortori corrisponde al 5% del valore dell’appalto. I due arrestati si erano rivolti ai fratelli imprenditori riferendo di essere stati inviati da “amici di Vibo”. Da qui il nome “‘Mbasciata”, cioe’ “messaggio”, dato all’operazione eseguita dal Nucleo operativo dell’Arma di Serra San Bruno.

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