Zootecnia: Mvs; Coldireti, “positiva notizia per la Calabria”

Catanzaro – “Come abbiamo continuamente chiesto l’ultimo miglio per diventare Regione ufficialmente indenne dalla Vescicolare suina è stato percorso e per questo accogliamo con enorme soddisfazione la decisione da parte dell’Unione Europea”. Questo il primo commento del Presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto che però ricorda che “a questo risultato si è giunti dopo ben 17 anni durante i quali i suinicoltori e l’economia calabrese hanno pagato un prezzo salatissimo fatto di “lacrime e sangue”, tanto è che ci definivano “regione canaglia”. Il mancato accreditamento ha comportato l’applicazione di restrizioni alla libertà d’impresa dei suinicoltori calabresi oltre che commerciali per l’export di prodotti a base di carne suina verso i Paesi riconosciuti indenni”. I Piani Straordinari della nostra regione, (il primo con delibera della Giunta Regionale n. 546 del 18 giugno 2002) si sono rivelati inefficienti, inutili, ed irrazionali comportando uno sperpero di risorse pubbliche e di fatto ridimensionando il patrimonio suinicolo regionale, compromettendo una delle filiere agroalimentari più importanti del vero “Made in Calabria” con salumi a Denominazione di Origine Protetta rinomati in tutto il mondo. In tutti questi anni ricorda Coldiretti, costantemente abbiamo seguito, monitorato, incalzato la task force veterinaria regionale, le Istituzioni regionali e interloquito con il Ministero della Salute per l’accreditamento quale territorio indenne dalla Malattia Vescicolare suina (MVS). Prova ne sono tutti gli atti che abbiamo prodotto, le mobilitazioni che abbiamo fatto e finanche il ricorso al TAR Calabria da parte di Coldiretti e dei suinicoltori con il quale ci siamo opposti alle vessatorie prescrizioni previste dal Piano Straordinario del Commissario ad Acta per l’acquisizione della qualifica di regione accreditata per la Malattia Vescicolare Suina (MVS). Insomma -afferma – i fatti parlano! “Possiamo ben dire che è finito l’incubo per i suinicoltori che si liberano di burocrazia e costi e la filiera dei salumi calabresi potrebbe prendere nuovo slancio e vigore sia per gli allevamenti che per l’export. Adesso – conclude Aceto– occorre reinvestire sulla filiera suinicola, recuperare il gap e ribadire la valenza storico-culturale e ambientale – economica della filiera suinicola”.