‘Ndrangheta: Anci, “Rivedere norme commissariamento Comuni”

Catanzaro – “Rendere lo scioglimento infiltrazioni mafiose una ‘extrema ratio’, uno strumento eccezionale che si applica in presenza delle situazioni piu’ gravi e di rilevanza penale e solo quando ogni altro intervento non sia idoneo, a ristabilire la legalita’ della vita amministrativa”. E’ questo l’obiettivo che l’Anci Calabria punta a raggiungere attraverso una proposta di modifica della normativa sullo scioglimento degli enti locali per infiltrazioni mafiose. La proposta e’ stata presentata questa mattina, in una conferenza stampa nella sede dell’Associazione dei Comuni calabresi a Catanzaro, dal presidente dell’Anci, Gianluca Callipo, e dal sindaco di Rende, Marcello Manna, coordinatore del gruppo di lavoro che ha preparato il testo. Callipo ha cosi’ illustrato le motivazioni alla base della proposta di modifica della normativa sul tema, contenuta nell’articolo 143 del Testo unico enti locali: “Di recente ci sono stati casi eclatanti come quelli del Comune di Lamezia Terme e del Comune di Marina di Gioiosa Jonica, prima sciolti e poi reintegrati: si tratta francamente di casi piuttosto gravi perche’ configurano una lesione della democrazia con lo scioglimento degli organi elettivi che pero’ poi vengono riabilitati. Sono situazioni – ha proseguito il presidente di Anci Calabria – che creano anche sfiducia nei cittadini e che impongono evidentemente una correzione della normativa”.
Callipo ha precisato di non volere indebolire lo strumento normativo, “nel senso – ha continuato – che laddove ci sono elementi concreti e comprovati di condizionamento mafioso non c’e’ dubbio che un Comune vada sciolta, ma questo esito dev’essere meno automatico di quanto avviene attualmente, con scioglimenti che arrivano anche, a volte, con una certa facilita’, bensi’ deve arrivare attraverso una serie di bilanciamenti e garanzie”.

Secondo Manna “oggi c”e’ un’attenzione sul tema che ci conforta, del resto il nostro obiettivo e’ quello di migliorare la normativa nell’interesse dei cittadini in modo da non incidere in modo spropositato sulla volonta’ popolare. Va fatta una riflessione complessiva che – ha rimarcato il sindaco di Rende – tenga conto dei principi costituzionali, che valgono per i singoli ma anche per gli enti pubblici”. Nella premessa della bozza di revisione preparata dall’Associazione dei Comuni calabresi, si sottolinea in primo luogo la necessita’ di “contenere gli smisurati poteri di prefetto e Commissioni di accesso nella valutazione degli elementi sintomatici di un possibile condizionamento mafioso della vita amministrativa di un ente comunale o provinciale”. Nel dettaglio, tra i correttivi individuati dall’Anci Calabria spicca, in una sorta di contraddittorio con le commissioni prefettizie di accesso, l’audizione degli amministratori coinvolti nell’iter di accertamento dell’infiltrazione mafioso, con la previsione della nullita’ del procedimento se manca l’acquisizione degli elementi a discarico. Altre proposte sono un affiancamento dei Comuni per superare le criticita’ in modo da non arrivare allo scioglimento, una maggiore attenzione alla parte amministrativa e burocratica dell’ente, un rafforzamento dei poteri dell’eventuale commissario insediatosi al posto del sindaco in modo da non limitarne le competenze alla sola ordinaria amministrazione.

“Con quest’ultimo accorgimento – ha spiegato Callipo – si puo’ evitare l’arretramento e quasi la rassegnazione della comunita’ amministrata, che puo’ trovare rassicurazione in una maggiore presenza e capacito’ di intervento del commissario prefettizio”. Inoltre, ha aggiunto Manna, “prevediamo che non possa costituire unico motivo di scioglimento il rapporto di parentela o affinita’ o frequentazione tra amministratori ed esponenti della criminalita’ organizzata, perche’ e’ necessario che questo rapporto si concretizzi poi in un effettivo condizionamento”. Callipo, infine, ha ricordato che “la bozza e’ frutto di un confronto tra i sindaci calabresi, e sul quale vogliamo confrontarci con l’Anci nazionale e con le varie forze politiche che stanno avanzando proposte. Penso alle iniziative della senatrice del M5S Silvia Vono, dei parlamentari di Forza Italia e penso anche – ha concluso il presidente dell’Associazione dei Comuni calabresi – alle recenti dichiarazioni del procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri sulla necessita’ di una revisione dello strumento normativo”.