Donna uccisa a Reggio Calabria, eseguito un secondo arresto

Reggio Calabria  – Gli uomini della squadra mobile della Questura di Reggio Calabria hanno eseguito un secondo arresto per l’omicidio di Fortunata Fortugno, uccisa nella città dello Stretto il 16 marzo 2018 mentre si trovava in auto con Demetrio Logiudice, 53 anni, considerato elemento di un clan della ‘ndrangheta, che sarebbe stato il vero obiettivo dell’agguato. Destinatario della misura è Mario Chindemi, 51 anni, fermato il 4 luglio 2018, nell’ambito dell’operazione “De Bello Gallico” per altri reati. Mario Chindemi è zio di Paolo, già arrestato per l’omicidio.
In occasione dell’esecuzione del fermo a carico di Chindemi e di altre persone indiziate, a vario titolo, per associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da fuoco e altri delitti aggravati dalle modalità mafiose, a carico del solo Paolo Chindemi, indiziato dell’omicidio della donna e del tentato omicidio di Logiudice i tecnici del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica prelevarono le impronte degli indagati, per confrontarle successivamente con quella rinvenuta sullo sportello posteriore destro dell’autovettura Volkswagen Touareg di Logiudice a bordo della quale, sul sedile posteriore, si trovavano le vittime al momento dell’agguato. La comparazione delle impronte avrebbe consentito di accertare che quella rinvenuta sulla Touareg in occasione dell’omicidio corrispondeva all’impronta della mano sinistra di Mario Chindemi, zio di Paolo, che secondo gli inquirenti, pertanto, era presente, assieme al nipote, al momento dell’agguato all’interno del Torrente di Gallico.
A fare luce sul delitto fu la squadra mobile reggina attraverso la minuziosa analisi di un’imponente mole di immagini acquisite, nei giorni immediatamente successivi al duplice delitto, dagli impianti di videosorveglianza e i riscontri ottenuti dai servizi di osservazione e controllo del territorio che consentirono agli investigatori della sezione omicidi non solo di ricostruire le fasi dell’incontro delle vittime, ma anche di individuare nell’Audi Sportback, in uso a Paolo Chindemi, l’autovettura utilizzata dal killer per compiere prima il sopralluogo e subito dopo l’agguato.

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