Concluso anche a Platania il campo della Protezione Civile del CSV

Platania(Catanzaro) – Dopo Catanzaro e San Pietro a Maida, anche a Platania sono calate le tende sul campo di Protezione Civile per ragazzi promosso e organizzato dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro. I campi, giunti alla quarta edizione, hanno registrato ampi consensi in termini di partecipazione (circa trenta i ragazzi under 14 ad ogni campo), ma soprattutto dal punto di vista della consapevolezza del valore dell’esperienza appena conclusa. Al di là delle nozioni apprese a livello teorico e poi applicate alla pratica, saranno i momenti di condivisione con i propri coetanei – tra le brandine delle tende o, come alla Domus Bethaniae di Platania, tra i letti a castello delle ampie stanze, tra i tavoli alla mensa o in fila dietro alla porta del bagno, già alle sette del mattino – a rimanere scolpiti nella loro memoria. Certo, ci sono poi le attività legate al mondo della Protezione Civile, ma il programma di ciascun campo, a seconda delle peculiarità delle associazioni coinvolte, presenta delle differenziazioni. A Platania, ad esempio, l’ultimo dei campi ad essersi realizzato in ordine di tempo, con la collaborazione attiva del Radio Club Lamezia, dei Diavoli Rossi di Tiriolo e del gruppo comunale di Carlopoli, è stato dato ampio spazio all’apprendimento del sistema delle radiotelecomunicazioni in caso di emergenza, con l’ausilio di un lupo polacco addestrato per la ricerca delle persone scomparse. Ma non sono mancate le lezioni sui rischi derivanti dal terremoto e dal dissesto idrogeologico (più attuali che mai, all’indomani dell’eruzione dello Stromboli), le prove di anti-incendio boschivo a cura dei Diavoli Rossi, le nozioni di primo soccorso impartite dalla Croce Rossa Italiana di Lamezia Terme, gli approfondimenti sulle conseguenze legate al bullismo e al cyberbullismo.
E già al momento della visita al campo del presidente del CSV, Luigi Cuomo, e del direttore Stefano Morena, era ben chiaro che i ragazzi si erano ambientati ed avevano instaurato un buon rapporto con i volontari: tra questi ultimi si distingueva Alessio, appena sedicenne, che ha scelto in poco tempo di passare “dall’altra parte”, quella dei giovani adulti responsabili cresciuti “a pane e protezione civile”. Per lui, poco più grande dei partecipanti, quella di diventare un volontario a tutti gli effetti è stata un scelta naturale, dettata sicuramente da una predisposizione che la partecipazione al campo da “under 14” ha fatto maturare.
Ai campi si impara a comprendere che vivere per quattro giorni senza telefonino è possibile (è ammessa infatti una sola chiamata al giorno per tranquillizzare i genitori), che la collaborazione tra tutti è importante (specie quando ci si trova a lavare i piatti e non lo si è mai fatto prima) e che la tutela dell’ambiente ha bisogno dell’apporto di chiunque, piccolo o grande che sia. E al di là della consegna dell’attestato, ai campi si impara a confidare nell’aiuto dell’altro che arriva sempre, anche quando ci si vergogna a chiederlo.

 

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