‘Ndrangheta: Romeo (Pd) ai ‘domiciliari’ per tentata corruzione

Reggio Calabria – Tra gli arrestati dell’operazione Libro Nero, condotta stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria che ha eseguito 17 misure cautelari, vi è anche il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale della Calabria, Sebastiano Romeo. Romeo, conosciuto come Sebi, è indagato per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. La sua vicenda, hanno spiegato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa tenuta nella sala Calipari della Questura di Reggio Calabria, è estranea al resto dell’indagine propriamente antimafia, e vede Sebi Romeo coinvolto insieme ad altri due arrestati per il solo reato di tentata corruzione. Si tratta di Francesco Romeo, maresciallo della Guardia di Finanza, e Concetto Laganà, segretario del Partito Democratico di Melito di Porto Salvo, anche loro indagati per tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio in concorso e parimenti destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari. In particolare dall’indagine è emerso che Francesco Romeo avrebbe inteso avvicinare ed incontrare di persona il politico Sebastiano Romeo, per il tramite di Concetto Laganà, con lo scopo di rivelare al consigliere regionale notizie riservate su attività di indagine che lo riguardavano, in cambio di favori personali.