Omicidio a Lamezia Terme, caso risolto in poche ore

Lamezia – “Intervenuta l’Arma prontamente sul posto e, fatti i rilievi del caso, già nella giornata di domenica è stato possibile il fermo nei confronti di Giuseppe Guadagnolo”, Lametino di 54 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio di Angelo Pino, avvenuto nella decorsa notte, ex agente della polizia penitenziaria freddato con tre colpi di pistola. Lo ha detto il capo della Procura di Lamezia Terme Salvatore Curcio questa mattina nel corso della conferenza stampa.Questa mattina anche la presentazione di convalida del fermo dell’indiziato di delitto per l’omicidio della scorsa notte, alle ore 00:08, nel quartiere di Sambiase, a Lamezia Terme. Da quanto affermato dal Procuratore solamente all’01:30 è stata fatta la segnalazione di un cittadino alle forze dell’ordine.
Prosegue Curcio, “Sforzi di notevolissimo rilievo ed importanza da parte dell’Arma;è stata imbastita un’indagine estremamente capillare. Solamente 12/14 ore per chiuderla. Sono state avviate attività di captazione ambientale già nelle prime ore dell’alba, tra padre e figlia, che determinano Guadagnolo come responsabile dell’omicidio. Sono stati inoltre fatti rilievi di natura dattiloscopica già nella notte.”
Tra l’altro, è stata“fatta una sovrapposizione dell’impronta palmare con quella del finestrino della vettura della vittima. Finanche alle dichiarazioni spontanee dell’indagato”, che ha indicato anche il luogo del ritrovamento dell’arma usata, in contrada Elemosina. Le forze dell’ordine hanno fatto il giro delle sette chiese nel quartiere di Sambiase, hanno potuto visionare le telecamere nella zona, grazie anche agli impianti di video sorveglianza di privati. Proprio attraverso i frame si vede chiaramente la Fiat della vittima, e subito dopo il suo passaggio, parte nell’immediatezza una Atos di colore blu, che in seguito costringe l’uomo nella Fiat a fermarsi. Sulla premeditazione da parte di Guadagnolo, manifestata anche dagli inquirenti, è stato detto che “non è rientrato subito a casa. È andato verso Gizzeria, ha bruciato i vestiti ed è tornato a casa. Girava da giorni con l’arma dietro cercando il momento opportuno per agire”. Guadagnolo e l’ex moglie, che lo aveva denunciato,si erano separati da alcuni mesi e attendevano l’udienza di separazione, anche se pare fosse noto il loro rapporto “tendente alla cronicità”, un rapporto turbolento soprattutto negli ultimi mesi, tanto da spingere il Guadagnolo a seguire e pedinare la donna.
Le indagini sono state condotte dalla dott.ssa Emanuela Costa e portate a termine grazie a una positiva sinergia fra tutti gli apparati investigativi, dall’Arma ai reparti investigativi speciali, come i Ris di Messina.

Paola Gallo

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