‘Ndrangheta: decapitati due principali clan Cosenza, 18 fermi

Catanzaro – La Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza stanno eseguendo un provvedimento di fermo di indiziato di delitto della Direzione distrettuale antimafia a carico di 18 persone appartenenti ai due principali clan di ‘ndrangheta operanti a Cosenza: i reati contestati, a vario titolo, sono omicidio, estorsione (tentata e consumata), porto e detenzione abusivi di arma, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, usura, lesioni, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

L’operazione è stata denominata con il nome n codice “Testa del serpente”. Ed il provvedimento di fermo riguarda 18 esponenti di vertice delle principali
organizzazioni criminali di tipo mafioso operanti a Cosenza (clan di ‘ndrangheta
Lanzino-Rua’-Patitucci, detto anche Clan degli Italiani, e clan degli Zingari o
gruppo Abbruzzese cosiddetto Banana):
1. ABBRUZZESE Luigi, cl. 1985;
2. ABRUZZESE Antonio, cl. 1984;
3. ABBRUZZESE Marco, cl. 1990;
4. ABBRUZZESE Nicola, cl. 1988;
5. ABBRUZZESE Franco, cl. 1973;
6. MAROTTA Antonio, cl. 1979;
7. CASELLA Francesco, cl.1963;
8. BEVILACQUA Antonio, cl.1956;
9. COLASUONNO Antonio, cl. 1978;
10. ALUSHI Claudio, cl. 1996;
11. ATTENTO Adamo, cl. 1991;
12. PORCARO Roberto, cl.1984;
13. DRAGO Carlo, cl.1964;
14. DRAGO Giovanni, cl.1993;
15. TURBOLI Alberto, cl.1980;
16. TURBOLI Danilo, cl.1995;
17. D’ELIA Andrea, cl. 1992;
18. GERMANO Pasquale, cl. 1994,
ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio, estorsione (tentata e consumata), nei confronti di numerosi titolari di attività commerciali ed imprenditoriali situate nel cosentino, porto e detenzione illegali di numerose armi anche da guerra, reati in materia di stupefacenti, usura in danno di imprenditori che versavano in stato di bisogno, lesioni.
Si tratta di condotte tutte poste in essere dagli indagati avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento ed omertà delle vittime, nonché al fine di agevolare la consorteria mafiosa riconducibile al gruppo “Lanzino/Rua’/Patitucci”, e al gruppo cosiddetto degli Zingari riferibile alla famiglia Abbruzzese alias Banana.