Disabile torturato, Misiti(M5S) “non bastano leggi se non si lavora sulla cultura”

Cosenza – Il caso della violenza che si è consumata ieri a Corigliano Rossano ai danni di un uomo con disabilità psicofisica ad opera di alcuni giovani ha determinato una reazione di profonda indignazione da parte del deputato del Movimento Cinquestelle Massimo Misiti. “Torturare per noia, per divertimento una persona con disabilità è una cosa aberrante. È un’azione delittuosa che evoca sentimenti di disprezzo, di rabbia, di ferma condanna verso chi si macchia di un reato così infame. Proprio così, un reato infame, cioè atrocemente contrario alla dignità della persona umana. Un gesto vieppiù grave e deplorevole perché compiuto da giovani. Stiamo lavorando tanto, in Parlamento, per attribuire giuridicamente e burocraticamente i giusti, sacrosanti diritti a quelle donne e a quegli uomini che la disabilità rende diversi agli occhi di chi, evidentemente, non ha una coscienza civile, umana. Ma il nostro lavoro si può rivelare clamorosamente infruttuoso, vano se non si sollecita e non si sviluppa il senso civico, vale a dire quell’insieme di comportamenti e atteggiamenti che attengono al rispetto degli altri e delle regole di vita in una comunità. La famiglia, in primis, e la scuola sono le due agenzie educative a cui tale compito è demandato dalla società. Perché il senso civico va coltivato fin dalla più tenera età in quei giovani che, società e famiglia, hanno il dovere di rendere uomini consapevoli di un mondo fatto di diversità fisiche e culturali. Famiglia e società hanno il dovere di fornire ai giovani gli strumenti culturali necessari a praticare l’inclusione, ad aiutare i più deboli, a conoscere il significato delle parole “rispetto”, “dignità”, “umanità”. Fino a quando dovremo registrare atti di intolleranza come quello di ieri di Corigliano o come quello del bambino autistico escluso dalla recita di Natale, a poco serviranno leggi e norme. La prima legge che deve essere varata ed applicata non è quella che viene discussa in Parlamento e, poi, promulgata dal Capo dello Stato, ma è quella che occorre far nascere nelle coscienze di tutti noi”.