Lamezia: arresto Curcio le precisazioni della madre

Lamezia Terme – Riceviamo e pubblichiamo senza commenti una nota della signora Serenella Rinardo madre di Francesco Cerra tratto in arresto dai carabinieri della compagnia di Lamezia Terme, descrivendo le modalità dell’arresto di suo figlio.

“In merito all’articolo pubblicato il 13/03/2020 inerente l’arresto di mio figlio, Francesco Cerra da Lamezia Terme, vorrei precisare l’esatta dinamica della vicenda, richiedendo l’immediata rettifica di quanto erroneamente riportato sulle vostre testate giornalistiche.

Specifico che mio figlio si trovava a Guadalupe per motivi esclusivamente lavorativi, in quanto era stato regolarmente assunto in una pizzeria da oltre due settimane, mentre dal mese di Settembr ha prestato attività lavorativa in Germania.

Una settimana fa veniva contatto telefonicamente dal proprio legale di fiducia, il quale gli rappresentava l’avvenuta notifica nei suoi confronti, di un provvedimento di esecuzione delle pene, a seguito di due sentenze divenute definitive e lui, senza alcuna esitazione si è nell’immediato attivato al fine di far modificare il biglietto aereo, acquistato per la data del 31/03/2020, per potere rientrare in Italia con anticipo e scontare la pena. Si è tempestivamente messo in contatto con i carabinieri per informarli del suo rientro, facendo presente che si trovava a Guadalupe per motivi lavorativi. Partito da Guadalupe il giorno 08/03/2020 con un volo diretto a Roma, con scalo a Parigi, è arrivato a Lamezia Terme dopo 48 ore di viaggio il 10/03/2020. Durante il viaggio ha più volte contattato telefonicamente i carabinieri mettendoli al corrente della località di provenienza e del lungo viaggio affrontato, dando perciò agli stessi il tempo di organizzarsi adeguatamente data l’emergenza sanitaria da COVID-19.

Arriviamo dunque al 12/03/2020 giorno in cui presumibilmente sarebbe dovuto avvenire l’arresto e in cui si è svolta la vicenda oggetto dell’articolo. Nel primo pomeriggio, non essendosi ancora presentati, Francesco ha chiamato telefonicamente gli uffici della caserma dei carabinieri e, non ricevendo risposta, ha quindi contattato il centralino che gli ha comunicato che a causa dell’emergenza sanitaria causata da COVID-19 avrebbero tardato.
Verso le 18 sono arrivate sotto casa due pattuglie di carabinieri che hanno posto a mio figlio una serie di domande afferenti il suo stato di salute e quello dei suoi familiari, domande a cui harisposto dicendo che la madre, cioè la sottoscritta, era a casa in stato di malattia certificata peruna sindrome influenzale da qualche giorno e che lui si sentiva stanco ma che sicuramente sitrattava dei postumi del viaggio.

Assolutamente impreparati ad affrontare la situazione presentatasi, i Carabinieri, dopo essersiconsultati tra di loro, hanno contattato il PM presso il Tribunale di Lamezia Terme, il quale gli haordinato di fare misurare la febbre a mio figlio ed in caso di stato febbrile di contattarlo nuovamente per procedere con altre misure.Dietro quindi ordine dei carabinieri mio figlio si è misurato la febbre e, non avendo temperaturaalterata, senza fare resistenza in alcun modo, è stato tratto in arresto.
Non ha quindi approfittato dell’emergenza sanitaria in corso al fine di sottrarsi all’arresto essendo rientrato da Guadalupe proprio al fine di scontare la pena ed avendo lui stesso preso contatti con i Carabinieri di Lamezia Terme, né tantomeno si trovava in un’isola dei Caraibi in vacanza, così come l’articolo potrebbe fare intendere, ma era li per motivi di lavoro.  Se avesse realmente voluto sottrarsi all’arresto non sarebbe tornato.  Vorrei inoltre rivolgere al giornalista che ha scritto l’articolo che per etica professionale prima di pubblicare qualcosa dovrebbe quantomeno verificare la veridicità dei fatti che espone.

La testata giornalistica dal canto suo dovrebbe assumersi la responsabilità delle notizie riportate dai propri collaboratori pertanto pretendo una rettifica immediata dell’articolo.

Mio figlio merita sicuramente di scontare la pena per gli errori commessi ma non merita di essere ridicolizzato su tutte le testate giornalistiche locali e sulle tv locali per comportamenti che tra l’altro non ha tenuto”.  Serenella Rinardo

 

Senza commentare il testo precisiamo e riferiamo alla signora che nessuno ha intesto ridicolizzare suo figlio in quanto noi, come le altre testate giornalistiche,  ci siamo limitati a pubblicare una nota diramata dai Carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme in modo integrale così come in modo integrale abbiamo pubblicato le precisazioni e  la versione della signora Serenella Rinardo.

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