Coronavirus: rientrate in Sicilia persone bloccate a Villa

 Reggio Calabria, 26 mar. – «Finalmente si chiude una tristissima pagina di politica italiana e istituzionale, e si conclude grazie al buon senso ma soprattutto grazie a un’applicazione corretta della normativa sull’emergenza coronavirus». Con un video registrato a notte fonda a Villa San Giovanni, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha annunciato la partenza per la Sicilia dei 90 siciliani che erano rimasti bloccati agli imbarcaderi per il rifiuto della Regione Sicilia di accogliere i propri concittadini, dopo l’ordinanza restrittiva per l’emergenza coronavirus.

«Questa storia – ha commentato Falcomatà – poteva sicuramente concludersi prima, si potevano evitare 72 ore di fermo al piazzale Anas ma soprattutto si poteva evitare un teatro dell’assurdo che sinceramente in questa fase di emergenza in cui dobbiamo pensare esclusivamente sulle criticità di questa fase, ci saremmo potuti, voluti, dovuti risparmiare. Adesso l’importante è che questa situazione non si ripeta più, che blocchi come quelli che la Calabria ha vissuto in queste 72 ore non si verifichino più perché altrimenti ci siamo soltanto presi in giro». I siciliani sono partiti, ma la vicenda non si può dire completamente conclusa, almeno da questa parte dello Stretto. «Tuttavia – ha annunciato il sindaco di Reggio – come tutte le battaglie lasciano anche degli strascichi, ho avuto conferma da poco della presenza ieri notte a Reggio Calabria di qualcuna di queste persone che avrebbe dormito in un albergo della nostra città. Voglio capire com’è avvenuta questa cosa, pare che l’ok sia arrivato dalla Regione Calabria, domattina chiederò formalmente se questa cosa è vera, qualora fosse vera voglio capire chi dalla Regione Calabria ha dato l’ordine che alcune di queste persone dovessero arrivare in un albergo di Reggio Calabria. Voglio capire perché il sindaco di Reggio Calabria non è stato avvisato, non soltanto in quanto sindaco ma anche in quanto massima autorità sanitaria sul territorio, ma soprattutto la città di Reggio Calabria rispetto a questa situazione, ripeto qualora dovesse essere confermata nelle sue dinamiche, si aspetta e chiede e pretende un risarcimento dei danni che ha subito, perché questa situazione potrebbe ingenerare il rischio di aumento di contagi in città e allora – ha concluso Falcomatà – è essenziale che prima di tutto venga fatta una sanificazione generale dell’albergo dove queste persone hanno alloggiato, che si faccia il tampone a tutti quei reggini che sono entrati in contatto con loro, ma soprattutto che si facciano i tamponi a tutti i cittadini di Reggio Calabria».