Coronavirus: Pd, ex Covid trasferiti in strutture non idonee

Catanzaro  – I consiglieri regionali del Pd, Luigi Tassone e Libero Notarangelo, hanno depositato un’interrogazione al presidente della Giunta, Jole Santelli, per conoscere “i motivi per i quali non sono state individuate nell’area centrale della Calabria, anche mediante requisizione, strutture idonee ad ospitare i pazienti ex Covid”. Nell’atto di sindacato ispettivo, Tassone e Notarangelo evidenziano che “il dg del Dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro aveva individuato la Rsa di Soriano Calabro come unica Rsa pubblica presente nella Regione Calabria a diretta gestione dell’Asp, comunicando al commissario straordinario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, l’assegnazione, all’ex presidio ospedaliero di Soriano, di 5 oss, già selezionati dalla Protezione civile. Un’ex paziente della Domus Aurea di Chiaravalle Centrale, dimessa dal policlinico Mater Domini di Catanzaro perché guarita, sarebbe risultata positiva al tampone per il Covid-19: la donna – rilevano i consiglieri del Pd – anziché essere trasferita presso la Rsa di Soriano come disposto dal dg Belcastro, è stata trasferita nel reparto di lungodegenza dell’ospedale di Serra San Bruno e il nuovo test effettuato avrebbe decretato la sua positività”.

Secondo Tassone e Notarangelo “aveva già fatto discutere il caso degli ex ospiti della Rsa di Chiaravalle Centrale ricoverati al policlinico catanzarese che non potevano essere dimessi perché nessuna struttura sanitaria voleva accoglierli. Tre pazienti sono stati trasferiti per questo motivo all’ospedale di Serra San Bruno senza provvedere ad individuare strutture idonee nell’area centrale della Calabria”. Con l’interrogazione, Tassone e Notarangelo chiedono di sapere “a quanti tamponi di controllo sono stati sottoposti i pazienti considerati guariti per i quali è stato disposto il trasferimento all’ospedale di Serra San Bruno; i motivi per i quali tali pazienti non sono stati trasferiti nella Rsa di Soriano Calabro, riconosciuta dal dg del Dipartimento Tutela della Salute Belcastro; i motivi per i quali non sono state individuate nell’area centrale della Calabria, anche mediante requisizione, strutture idonee ad ospitare i pazienti ex Covid per come previsto dalla normativa vigente e si è provveduto al trasferimento in un reparto di lungodegenza di un ospedale di montagna, non individuato come centro Covid, ed esponendo così ad eventuale contagio i pazienti normalmente ricoverati”.