‘Ndrangheta: arrestati i capi della cosca Longo-Versace

Reggio Calabria  – Ci sarebbero esponenti di primo livello della cosca Longo-Versace di Polistena fra le 22 persone arrestate stamane da Carabinieri e Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione “Libera Fortezza”, che ha portato anche al sequestro di un ingente patrimonio, stimato in oltre 5 milioni di euro. L’operazione – spiegano gli inquirenti – ha colpito “capi, discendenti e gregari” della cosca operante nella Piana di Gioia Tauro. Militari dell’Arma e Fiamme Gialle ritengono di avere ricostruito la nomenklatura del clan documentando i vari ruoli ricoperti all’interno del sodalizio mafioso, dedito all’usura.
In particolare, Luigi Versace, Domenico Giardino e Diego Lamanna, “capi ed organizzatori della cosca”, avrebbero avuto compiti di decisione delle modalità di gestione degli affari del sodalizio, individuavano le azioni delittuose da compiere, valutavano la solvibilità dei debitori e mediavano in caso di conflittualità tra gli affiliati o con appartenenti ad altre cosche. Vincenzo Rao, secondo l’accusa, aveva il ruolo di organizzatore e gestore dei rapporti economici della consorteria con i numerosi debitori, destinatari di continue erogazioni del credito, nonché di “contabile” delle pendenze creditorie non ancora soddisfatte e riferibili al sodalizio.
A Claudio e Francesco Circosta, Fabio Ierace, Francesco Longo, Cesare Longordo, Vincenzo Politanò, Maria Pronestì, Antonio Raco, Maria Concetta Tibullo, Andrea Valerioti, Antonio Zerbi erano stati assegnati compiti di esecuzione degli ordini e direttive dei capi, e con funzioni operative manifestatesi nel porre in essere quotidiane azioni intimidatorie, volte a mantenere il controllo del territorio polistenese, nel procacciamento delle vittime dei reati contro il patrimonio, nella riscossione dei proventi dei reati e nella cooperazione con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo.

Giovanni e Francesco Domenico Sposato, esponenti dell’omonima cosca operante a Taurianova, pur non ritenuti affiliati alla cosca “Longo-Versace”, avrebbero fornito un determinante contributo alle finalità del sodalizio, facendo desistere, con minacce, due imprenditori di Taurianova dall’avviare un bar-pasticceria a Polistena, concorrente di un’analoga attività commerciale gestita da Maria Concetta Tibullo. La vicenda è stata ricostruita grazie ad accertamenti investigativi svolti dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria.
Tra gli indagati emergono figure legate da vincoli di parentela con gli storici capi cosca di Polistena, a conferma della solidità del principio familistico della ‘ndrangheta, ed in particolare: Luigi Versace, figlio di Antonio Versace, indicato come esponente di vertice della criminalità organizzata polistenese nel periodo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, ucciso il 7 settembre 1991 col fratello Michele, con una plateale esecuzione mafiosa, e di Maria Violetta Longo, figlia del patriarca Luigi Longo; Diego Lamanna, genero di Domenico Longo, a sua volta figlio del defunto boss Luigi. E ancora, Domenico Giardino, genero di Francesca Longo, 74 anni, altra figlia di Luigi; Rocco Longo, 27 anni, figlio di Francesco, 42 anni, detto “Ciccio Mazzetta”, anch’egli tra gli odierni arrestati, esponente di assoluto rango, dicono gli investigatori, nel contesto della criminalità organizzata locale e figlio del defunto boss Rocco Longo, nonché fratello di Vincenzo, 57 anni, condannato nel processo “Crimine”; Francesco Circosta, genero del defunto Antonio Versace e Vincenzo Rao, figura centrale nell’indagine, parente acquisito di Giovanni Longo, 54 anni, esponente apicale dell’omonima cosca, già condannato in via definitiva nell’operazione “Scacco matto”.

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