Rifiuti: Cia, Confagricoltura e Coldiretti no a discarica Lamezia

Catanzaro – “Lamezia area agricola di eccellenza calabrese o distretto dei rifiuti???” è questa la domanda che Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Coldiretti vogliono fare alla Regione Calabria, la stessa che ha riconosciuto la piana di Lamezia come Distretto Agroalimentare di Qualità.
La risposta per le 3 associazioni agricole che hanno aderito alla rete civica contro l’allargamento delle due vasche della discarica esistenti in località Stretto e alla costruzione della terza ovviamente è una sola, l’economia della Calabria ha come traino l’agricoltura e la piana di Lamezia è una delle aree agricole più importanti di tutta la Regione. Tutto questo non può essere trascurato o addirittura annullato per far spazio a diverse tonnellate di rifiuti. È doveroso ricordare che sul territorio lametino sono presenti numerose aziende agricole che vantano produzioni di eccellenza con molti prodotti a marchio DOP, IGT e IGP conosciuti in tutto il mondo. La piana di Lamezia, inoltre, ospita uno dei poli vivaistici più importanti a livello nazionale ed internazionale.

Non è trascorso nemmeno un mese da quando il Sindaco Mascaro ha tenuto al Comune la prima riunione per la costituzione del Distretto Lametino del Cibo, incontro durante il quale si è discusso dettagliatamente delle ricadute economiche positive che si potrebbero trarre da uno strumento così importante non solo per l’agricoltura ma per l’intero territorio. Ci sembra, tuttavia, alquanto dicotomico parlare nello stesso momento del costituendo Distretto Lametino del Cibo e del ricevimento di tonnellate di rifiuti prodotte in tutta la Calabria.

Un altro grave rischio per il territorio è l’inquinamento delle falde acquifere, a tal proposito è necessario ricordare che a poche centinaia di metri dal sito ci sono diversi pozzi di acqua potabile che servono la città di Lamezia e due sono i fiumi presenti nell’area, l’Amato e l’Ippolito con diretto sbocco nel mare. La discarica dista solo 8 km dal mare pertanto è necessario tenere conto anche del potenziale inquinamento marino a maggior ragione considerando che siamo in piena stagione estiva. Non dobbiamo dimenticarci che il depuratore di Lamezia raccoglie già i liquami del comprensorio, forse più di quelli che può lavorare.

Le associazioni di categoria contano, inoltre, molte aziende agrituristiche nella zona, quali turisti potrebbero continuare a frequentarle considerando l’inquinamento atmosferico derivante dai cattivi odori prodotti dai rifiuti e l’inquinamento del mare?

Da non trascurare è il problema degli stormi di volatili che verrebbero attirati dal sito. Oltre al grande problema per il trasporto aereo, in passato sono stati ben 3 gli atterraggi di emergenza a seguito di volatili risucchiati dai motori degli aerei che solo per casi fortuiti non hanno generato disastri aerei, i volatili sono vettori di malattie infettive che si trasmettono all’uomo ed agli animali. Gli stormi, inoltre, andrebbero a creare molti danni alle colture presenti nella zona, che si andrebbero a sommare a quelli già causati dai cinghiali.

Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Coldiretti concludono dicendo che si opporranno in tutti i modi a questo scellerato progetto di distruzione della realtà agricola lametina e che chiederanno un incontro all’assessore Gallo per discutere anche con lui del problema.