Coldiretti: i primati del bio in Calabria rafforzano la nostra agricoltura

Catanzaro – La Calabria sfiora i 208mila ettari di superficie coltivata. Ancora a livello regionale – evidenzia la Coldiretti – in Calabria più di 1 campo su 3 è bio (36,4%), mentre in Sicilia si sfiora il 26% del totale, ma percentuali a due cifre al Sud si registrano anche in Puglia (20,7%), Basilicata (21%), Campania (13,1%), Abruzzo (11,4%) e Sardegna (10,2%). Valori alti anche nelle regioni del centro Italia con il Lazio (23,2%), le Marche (22,2%), la Toscana (21,7%) e l’Umbria (13,9%). Al Nord la maggior incidenza del bio si rileva in Emilia Romagna con il 15,4% e in Liguria con il 11,2% mentre Friuli, Trentino Alto Adige e Piemonte sono ampiamente sopra il 5%, la Lombardia sfiora il 6% e Valle d’Aosta e Veneto sono al 6,2%. Nel sottolineare la vocazione della Calabria e l’impegno degli agricoltori, Coldiretti ricorda, ancora, che la nostra regione nei “Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e pratiche agronomiche”, a partire dal 2016, ha eliminato il ‘gliphosate’ e l’agricoltura calabrese si è qualificata ancor di più sui mercati con produzioni ‘glyphosate zero’ e, confermando alti standard qualitativi, si è resa garante della sicurezza alimentare: questo ha senza dubbio inciso notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni”.IlCovid, commenta Coldiretti, in base ai dati ISMEA 2020, ha spinto i consumi domestici di alimenti bio grazie alla svolta green degli italiani, costretti in casa dalla pandemia, e il Disegno di Legge sul biologico,approvato della Commissione Agricoltura del Senato rappresenta un passo importante verso la tutela dei consumatori e delle vere produzioni Made in Italy che prevede tra l’altro l’introduzione di un marchio per il bio italiano, richiesto dalla Coldiretti per contrassegnare tutti i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana che potranno essere valorizzati sul mercato con l’indicazione “biologico italiano” e come tali protetti contro tutte le usurpazioni, imitazioni e evocazioni. Previsto anche l’impiego di piattaforme digitali – aggiunge Coldiretti – per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti. Il ddl rivede inoltre anche il sistema delle sanzioni per renderle finalmente efficaci contro le frodi del settore e quello dei controlli per garantire la terzietà dei soggetti incaricati. Si va infine ad equiparare tutte le previsioni di agevolazione e sostegno al metodo dell’agricoltura biodinamica che contraddistingue imprese e prodotti in base a caratteristiche differenziate di sostenibilità. La possibilità di riconoscere i prodotti di origine nazionale – sottolinea la Coldiretti – ci rafforza notevolmente poiché abbiamo un patrimonio di oltre 11mila aziende agricole coinvolte su un totale nazionale di 80.643. Una crescita – annota Coldiretti – alla quale fa però da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari che regista un incremento. E’ urgente dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy, ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno 1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia.