Rende – Enzo Cotroneo, Ricercatore presso il Laboratorio sull’Intelligenze dell’Università della Calabria, ha tenuto una lezione dal titolo “Consapevolezza dell’Islam delle sue differenze e degli estremismi religiosi” nel corso del Master in Intelligence dell’Ateneo di Arcavacata, diretto da Mario Caligiuri.
Crotoneo ha esordito dicendo che per comprendere l’Islam è necessario conoscere la cultura che ne sta alla base. “L’Islam – ha affermato -come gran parte delle religioni, si fonda sull’identità, sulle radici,sulla comunità e sui concetti di sottomissione, controllo e supremazia.
Al centro dell’Islam c’è l’unicità di Dio, di Allah. L’Islam è una religione seguita da un miliardo 200 mila persone che non conosce confini geografici. “Ma – afferma Crotoneo- l’Islam non è un blocco monolitico,poiché ci sono sono differenze interpretative e di fede, a volte profonde
tra Paesi e anche nello stesso Paese. Tuttavia i pilastri geopolitici dell’Islam sono uguali per tutti: la testimonianza, la preghiera,l’elemosina, il digiuno, il pellegrinaggio alla Mecca e l’imamato.
I valori posti alla base dell’Islam- ha detto – a volte coincidono con quelli occidentali mentre altre volte sono totalmente differenti.
Centrale nell’Islam è il ruolo svolto dalla famiglia, prima forma di aggregazione e di società, ma altrettanto importante è la tribù. Il valore dell’amicizia che in Occidente è essenziale, nell’Islam è il legame di sangue a prevalere. In occidente la giustizia è affidata ad un patto
sociale tra i cittadini e lo Stato, mentre nel mondo islamico la giustizia è ancora principalmente una questione familiare. Il tempo, la religione,la società ed il Governo sono diversamente differenziati. Mentre in occidente prevale la democrazia nell’islam vige l’autocrazia”.
Cotroneo ha poi ripercorso le tappe fondamentali dalla nascita dell’Islam fino ai giorni nostri. “L’anno zero – ha affermato Crotoneo- è il 622 D.C. quando nella notte del destino l’Arcangelo Gabriele consegna le Sure
coraniche a Maometto.
Tra il 610 ed il 632 d.c. il Profeta conduce il suo pellegrinaggio nella penisola arabica. La morte di Maometto scatena una guerra di successione.
Emergono subito due posizioni all’interno dell’Islam: quella dei sunniti che sostengono che la guida dell’Islam deve essere assunta dal Califfato; e quella degli sciiti che sostengono che deve prevalere la linea di sangue
perché a guidare il popolo dei fedeli deve essere un discendente del Profeta. La battaglia di Kerbala, nel 680, decreta la vittoria dei sunniti e quindi del Califfato. Cotroneo ha affermato che nel mondo islamico esistono anche diverse scuole giuridiche che riguardano sia il mondo sunnita che quello sciita, con differenze, a volte profonde. Esiste
poi anche il sufismo, una corrente filosofico-esoterica.
La religione islamica- ha detto ancora- è destinata a diventare, tra qualche decennio, per ragioni demografiche la religione più diffusa nel mondo ma bisogna tenere in considerazione le fratture profonde che esistono al suo interno, che si intersecano e danno adito al fondamentalismo”.
A tal proposito ha affermato che “le vie che portano
al fondamentalismo sono diverse. Riguardano in particolare le posizioni e le convinzioni dei salafiti,
dei Fratelli Musulmani e del jihad che rappresentano le frange più estremiste dell’islam. I salafiti, in particolare, considerano le novità del mondo come il male assoluto e vanno respinte perché inquinano la fede islamica. I fratelli Musulmani sono in rivolta contro i loro stessi
governanti che considerano troppo occidentalizzati e desiderano il ritorno alla Fede delle origini. Il Jihad moderno, secondo la distorsione dettata dallo sceicco Azzam, maestro di Osama bin Laden, nasce nel 1979 con la resistenza all’occupazione dell’Afghanistan da parte
dell’Unione Sovietica. Il 1979 è anche l’anno della rivoluzione islamica in Iran, con il ritorno di Khomeini a Teheran e l’istituzione dell’Islam politico. La guerra santa contro gli infedeli si rivolge contro il mondo occidentale ma miete più vittime all’interno del mondo islamico che fuori”.
Crotoneo ha poi evidenziato una serie di rischi che possono scaturire dal fondamentalismo islamico: “Oggi corriamo il pericolo di un attacco di natura nucleare, biologico e terroristico e, sebbene sia più remota, anche di un’aggressione militare tradizionale. Inoltre non bisogna neppure sottovalutare le conseguenze legate all’esplosione demografica, che produce un’immigrazione
massiccia all’interno dell’Occidente.
Non dimentichiamo che un’immigrazione incontrollata , insieme alla povertà e alla disoccupazione, soprattutto nelle grandi megalopoli urbane, crea una miscela esplosiva, nella quale il terrorismo ha facile accesso”.
“Sebbene – ha proseguito – il pericolo più consistente si verifica all’interno del mondo islamico, dal contrasto ad élite politiche divenute eccessivamente occidentalizzate e questo fa sì che riemergano le tradizionali strutture etniche e tribali”. In questo quadro, ha concluso dicendo che “per cercare di prevenire e contrastare fenomeni di
terrorismo di matrice islamica è fondamentale il ruolo che svolgono non solo le Agenzie Nazionali di Intelligence dei singoli Paesi islamici ma anche tutte le reti di intelligence presenti all’interno di singole confraternite musulmane”.