Carceri: Sovraffollamento, Covid e penuria organici: così non va!

Roma–“I dati illustrati nel rapporto del Consiglio d’Europa ‘Space’ non ci sorprendono affatto, anzi confermano quello che diciamo da tempo, così come mettono a nudo una politica generale in tema di esecuzione penale e, nello specifico, carceraria del tutto evanescente e che perdura da troppo tempo. Al sovraffollamento del 120 percento descritto nel rapporto del Consiglio d’Europa e probabilmente anche sottostimato, a causa del restringimento degli spazi per locali inagibili, fanno da contraltare organici della Polizia penitenziaria carenti e sottodimensionati per circa 17.000 unità e ai quali si è risposto sinora con palliativi”.

È quanto afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando i dati appena diffusi dal Consiglio d’Europa e che descrivono le carceri italiane come le più sovraffollate dell’Unione Europea.

“Non si pensi, peraltro, – continua il leader della UILPA Polizia Penitenziaria –che, nonostante alcune misure deflattive introdotte a seguito della pandemia da Coronavirus e dopo le rivolte del marzo dello scorso anno, la situazione dalla fine di gennaio 2020 sia di molto migliorata, atteso che alla pur apprezzabile riduzione del numero dei reclusi è corrisposto unulteriore restringimento degli spazi disponibili, sia per l’effetto delle rivolte predette, che hanno reso inagibili intere sezioni detentive, sia per la necessità di istituire reparti per il trattamento e l’isolamento Covid”.

“Del resto– rincara De Fazio –i numeri del contagio da Covid-19 ancora in crescita in questi giorni, nonostante una certa frenata nel Paese, sono un ennesimo indicatore di grandi emergenze che meriterebbero di essere affrontate con adeguati provvedimenti da parte del Governo.Decongestionamento della densità detentiva, potenziamento degli organici e degli equipaggiamenti della Polizia penitenziaria, rafforzamento del servizio sanitariodedicato alle carceri, chiarezza e rapidità nelle vaccinazioni contro la SARS-CoV-2 dovrebbero essere le parole d’ordine. Al contrario, si registrano sempre più gravi ritardi e soprattutto sui vaccini, anche per le note vicende di AstraZeneca, regna la più grande incertezza, che certamente non incentiva l’adesione di operatori e detenuti ai, peraltro lenti e frastagliati, piani d’immunizzazione”.

“Noi– conclude il sindacalista – continuiamo a riporre fiducia e grandi aspettative nella Guardasigilli, Marta Cartabia, tuttavia, registriamo un certo ritardo di indirizzi: la Ministra sciolga gli indugi, dica chiaramente cosa vuole fare dell’esecuzione penale e del carcere, apra un confronto serrato con tutte le parti in causa e metta in campo le strategie per realizzarlo, ogni ritardo non fa che aggravare la situazione”.