Roma – “Apprezziamo la volontà del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) di costituirsi parte civile nei procedimenti a carico dei detenuti che il 27 luglio presso il carcere di Noto hanno ferocemente aggredito quattro Poliziotti penitenziari, annunciata dal Capo del DAP, Carlo Renoldi. La strada è quella giusta, adesso bisogna fermare le aggressioni”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Più volte avevamo chiesto, sinora vanamente, che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria o il Ministero della Giustizia si costituissero parte civile nei procedimenti penali a carico di detenuti aggressori di operatori. Finalmente vediamo qualche iniziativa in tal senso di cui diamo atto al Presidente Renoldi, che in proposito ci aveva peraltro recentemente rassicurati. Ora bisogna proseguire su questa strada intervenendo a monte e fermando concretamente la gravissima escalation di violenza che imperversa nei penitenziari”, continua il Segretario della UILPA PP.
“Ogni giorno nelle carceri si registra un vero e proprio bollettino di guerra, con feriti e, talvolta, qualche morto, per la violenza scatenata da detenuti di fatto vittime anche loro dell’inefficienza del sistema e abbandonati a sé stessi al pari degli operatori. In attesa di conoscere il dato ufficiale sul numero degli aggrediti, prima secretato e poi promesso dai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dalle nostre stime, approssimate per difetto, sono ormai più di centoventi al mese gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che subiscono violenza fisica. Servono dunque interventi urgenti ed equilibrati, quanto tangibili, nei maggiori penitenziari che consentano di affermare la presenza dello Stato. Anche l’alto numero di suicidi fra i detenuti, 44 nel 2022, potrebbe essere almeno parzialmente indice di soprusi e angherie da parte dei ristretti più violenti. Certo è che non si può continuare a restare inermi a fronte di omicidi, suicidi, e disumane aggressioni. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, la Ministra della Giustizia e il Governo tutto, per il tempo che rimane loro, non possono abdicare al rispettivo ruolo”, spiega il sindacalista.
“Sarebbe stato necessario un decreto carceri per affrontare l’emergenza, fatta soprattutto di un vuoto organico della Polizia penitenziaria di 18mila unità, di sovraffollamento detentivo, di equipaggiamenti, strumentazioni e tecnologie inadeguati, nonché di disorganizzazione ancestrale, che è difficile immaginare per un Esecutivo dimissionario e con la campagna elettorale in corso. In mancanza, però, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria deve mettere in campo una strategia immediata, anche prevedendo l’impiego del Gruppo Operativo Mobile (GOM) e assicurando una guida, con un comandante della Polizia penitenziaria e un direttore, in ogni carcere. Di certo, non si può continuare a restare supini a fronte dello sfacelo imperante”, conclude De Fazio.