Catanzaro – “Saremo sempre al fianco ai lavoratori e alle lavoratrici per dire che il lavoro va rispettato, va supportato e per dare voce a chi non ha voce”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, in seguito a quanto accaduto a Soverato: l’aggressione di una giovane nigeriana che aveva chiesto al proprio datore di lavoro di ricevere quanto conce
“Il lavoro va retribuito, sempre e comunque. Senza differenza di mansioni né colore della pelle. Chi mette a disposizione il proprio tempo, la propria professionalità, i propri sacrifici, il proprio sudore, contribuendo al buon andamento di una attività, di un progetto, esercitando una professione, ha il diritto di essere retribuito – incalza Scalese -. Il datore di lavoro non concede né fa un favore: la retribuzione è un diritto”.
“E questo – aggiunge Scalese – è un dato da cui ripartire per costruire condizioni di lavoro adeguate, in grado di tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici soprattutto in questa drammatica fase di congiuntura economica e sociale che non lascia spazio all’ottimismo. Le imprese del Mezzogiorno, spiega la Svimez, sono più esposte delle altre nel resto del Paese allo shock Ucraina e agli aumenti dei costi dell’energia. I costi dei trasporti nel Sud sono oltre il doppio che nel resto del Paese: nel complesso, il sistema economico meridionale è più fragile. E a risentirne anche il lavoro: il recupero dell’occupazione si fonda quasi esclusivamente su contratti di lavoro dipendente a termine e tempo parziale involontario. Se viene meno il lavoro stabile aumenta l’incertezza e con essa la povertà. Per questo diventa sempre più necessario non sprecare le risorse messe a disposizione dal PNRR per costruire lavoro stabile e sicuro. Quella di Beauty, alla quale rinnoviamo la nostra vicinanza, accomuna tante lavoratrici e lavoratori che non vedono riconosciuti i propri diritti, e non solo nel settore del turismo – conclude Scalese -. I sindacati, le associazioni, le Istituzioni hanno il diritto di vigilare: devono essere rispettate le norme per la tutela della sicurezza nei posti di lavoro, dove si rischia anche di morire di botte, e devono essere attivate tutte le procedure che perseguono i datori di lavoro inadempienti, senza rimpalli burocratici. Il rispetto della dignità umana passa dalla centralità dell’uomo e della donna, e dal riconoscimento del valore del lavoro”.