Carceri: Firenze, 73esimo morto di carcere, nell’indifferenza generale

Roma – “Ieri sera, verso le 20.30, ha appeso una corda alle sbarre della finestra e si è impiccato presso il carcere fiorentino di Sollicciano. Così ha deciso di porre fine alla sua vita un detenuto originario del Marocco, di 29 anni, che avrebbe finito di scontare la sua pena fra soli 11 giorni. Sale dunque a 69 il numero dei reclusi che nel corso del 2022 si sono suicidati in carcere, cui bisogna aggiungere 4 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che, parimenti, hanno deciso di porre fine alla loro esistenza”.
Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Quella cui stiamo assistendo è una vera strage, di cui purtroppo non si intravede la fine. Avevamo detto che le direttive del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, emanate nel luglio scorso e tanto osannate non sarebbero state sufficienti a fermare le morti in carcere e di carcere e i fatti, nostro malgrado, sembrano darci tragicamente ragione. Non bastano gli interventi per via amministrativa e le prescrizioni destinate a restare sulla carta per le carenze strutturali e infrastrutturali del nostro sistema penitenziario che si sommano a organici inadeguati in pressoché tutti i profili professionali, a cominciare dalla Polizia penitenziaria”, commenta il Segretario della UILPA PP.
“Il giovane detenuto suicidatosi ieri sera era di passaggio al carcere di Sollicciano, dove si trovava per partecipare a delle udienze, ma questo non significa necessariamente che non abbiano inciso pure le pessime condizioni del penitenziario Fiorentino, del quale in molti discettano da anni, anche in occasione di pompose visite preconfezionate, in cui generalmente si allestiscono ‘tavole imbandite’, ma rispetto alle quali nessuno interviene concretamente per invertire la tendenza al disfacimento complessivo. Basti pensare che il Reparto del Corpo di polizia penitenziaria è privo di un comandante titolare da molti anni”, continua il sindacalista.
“Attendiamo l’insediamento del prossimo Governo, al nuovo Ministro della Giustizia chiederemo un confronto ad ampio spettro su tutte le questioni che investono il sistema d’esecuzione penale, ma sia chiaro sin d’ora che servono riforme strutturali, investimenti per organici ed equipaggiamenti e persino un ‘banale’ accorgimento: subito un direttore e un comandante della Polizia penitenziaria titolari in ogni carcere”, conclude De Fazio.